Tratto dal saggio L'illusione della libertà, disponibile in download gratuito al seguente indirizzo.
«Mostrare la realtà così com’è veramente, e non come viene
presentata dal potere, costituisce la sovversione più autentica.
Solo la verità è rivoluzionaria». (Jean-François Brient)
Nonostante gli innegabili successi ottenuti in ambito scientifico-tecnologico e le centinaia di migliaia di saggi colmi di profonde riflessioni filosofiche, ciò che gli esseri umani sono complessivamente in grado di realizzare si palesa negli orrori dell'odierna società.
La specie che si reputa la più intelligente del regno animale, quella che ha addirittura la presunzione di autodefinirsi con toni rafforzativi Homo sapiens sapiens, manifesta un misto di egoismo, odio, ignoranza e stupidità, oltre a una chiara assenza di sensibilità, e con le proprie scelte comportamentali sta inscenando delle dinamiche che distruggeranno se stessa, non prima di aver causato ingiustizie e sofferenze a non finire.
Si pensi alla follia delle guerre combattute per conto di una élite dedita al profitto o agli attentati condotti in nome di un dio che non c'è; ai furti e agli omicidi, agli stupri e alla pedofilia, al razzismo e al classismo;
ma anche a un detestabile sfruttamento dell'uomo sull'uomo; a un lavoro che quando c'è o è precario o è totalizzante, e quindi non consente di vivere la vita in libertà e con serenità;
all'inquinamento che causa numerose malattie, oltre che essere concausa, assieme a un iper-consumo futile ed evitabile, di un progressivo allontanamento dalla sostenibilità ambientale;
alle inutili sofferenze riservate agli animali allevati e uccisi per cibarsi delle loro carni, nonostante non sia indispensabile ai fini di una dieta sana ed equilibrata.
per non parlare dell'avidità e dell'egoismo, in un mondo dove una minoranza ha accumulato così tanto in eccesso da non sapere neanche cosa farsene della propria ricchezza, mentre migliaia di persone ogni giorno soffrono e muoiono per cause connesse alla povertà.
A giudicare da ciò che accade all'interno della società, la specie umana dimostra di avere tutte le caratteristiche tranne quelle che dovrebbe possedere una vera comunità di esseri umani.
Eppure, ciascun individuo racchiude in sé un potenziale sterminato che però, per qualche motivo, rimane inespresso.
Amore, empatia, altruismo, generosità, curiosità e creatività, ma anche elevate capacità fisiche e mentali, sono caratteristiche potenziali di ogni individuo, che per manifestarsi richiedono volontà, impegno e costanza, oltre a un adeguato contesto socio-economico-culturale.
No, le distorsioni che permeano l'odierna società non sono l'inevitabile conseguenza della vera natura umana, bensì i frutti avvelenati di un ambiente malsano.
È vero, sono gli esseri umani che interagendo danno luogo alla società, ma al medesimo tempo essi sono anche un suo sottoprodotto.
La società plasma il pensiero degli individui per mezzo di quelli che potremmo genericamente chiamare condizionamenti sociali, e così riesce a influenzarne le dinamiche.
Il comportamento della massa può essere facilmente orchestrato e chi detiene il potere è ben consapevole di questa possibilità.
Non a caso lo Stato ricorre all'istruzione, le religioni all'indottrinamento, i politici alla propaganda e le aziende alla pubblicità; tutte queste realtà adottano strategie che hanno in comune il fatto di suggerire cosa si deve pensare.
Influenzando il pensiero, con delle apposite informazioni, si può riuscire a esercitare il controllo sociale.
Impara a memoria questo concetto senza discutere, il tuo giudizio non è importante;
obbedisci ai dettami del dio della nostra religione, tutte le altre sono in errore;
vota il nostro partito, non hai alternativa se vuoi ottenere la libertà;
cosa stai aspettando? Butta il vecchio e acquista il nostro nuovo prodotto, è il migliore che abbiamo mai realizzato...
simili messaggi cercano di annullare il pensiero dell'individuo, indicando la strada "corretta" da seguire.
Per quanto c'illudiamo che non sia così, siamo fortemente influenzabili, altrimenti non si spiegherebbero né lo spasmodico interesse delle élites nell'accaparrarsi il controllo dei mass media, né l'ingente quantitativo di denaro sistematicamente destinato alle campagne propagandistiche e a quelle pubblicitarie.
Cadiamo nelle trappole dovute a preconcetti, pregiudizi e convinzioni fideistiche, che sono il frutto di messaggi martellanti che accettiamo passivamente, per principio di autorità, per consuetudine o per paura di perdere l'approvazione del gruppo sociale al quale apparteniamo.
La maggior parte delle persone non ha mai maturato una riflessione originale, ma si è soltanto limitata ad assorbire come una spugna le informazioni diffuse dalla scuola e dai mass media, per farle proprie senza neanche degnarsi di cercare di stabilirne la veridicità, per poi ripeterle come degli amplificatori in modo da rafforzare la visione dominante: esattamente ciò che è utile al potere.
Non viviamo nell'utopia di Platone, nella quale il potere è risposto nelle mani di filosofi appositamente educati per fare il bene dello Stato;
viviamo nel mondo reale, dove il potere non deve essere conquistato ma distrutto, perché chi se ne impossessa lo fa in virtù del fatto di poter ottenere un vantaggio personale, sacrificando la libertà e il benessere del resto della collettività.
Una volta assimilato, decostruire l'immaginario che ci è stato inculcato giorno dopo giorno, per tutto il corso della vita, è un compito assai arduo da portare a termine.
Ma quando la fiaccola del sospetto si accende squarcia l'oscurità e consente d'illuminare il sentiero che conduce alla verità.
Una volta che si è compreso l'arcano, non si potrà più fare a meno di smascherare i mille trucchi, le strategie e le menzogne utilizzate dal potere per esercitare il controllo sociale.
Il passo successivo sarà quello di voler salvare gli altri.
Il sistema però è auto-stabilizzante, come in una prigione dove gli stessi carcerati si preoccupano di fare in modo che i propri simili non evadano mai.
La luce della verità causa un dolore tremendo agli occhi di chi ha sempre vissuto nell'oscurità.
Così, il tentativo di liberare gli altri diventa un'impresa vana: la verità è considerata una menzogna, perché la menzogna è sempre stata la verità.
Colui che ha compreso potrà invitare gli altri a farlo, ma se sceglierà di svelare di colpo l'inganno rischierà di ottenere l'effetto opposto a quello desiderato.
Scoprire la verità è un atto individuale che muove i passi dalla volontà; non si riesce a comprendere alcunché se prima non si è intimamente disposti a voler comprendere la verità.
Per spezzare definitivamente questo circolo vizioso auto-catalizzante, nel quale la follia sociale si tramuta nella follia umana, che a sua volta genera nuova follia sociale, è evidente che bisogna indurre un cambiamento nella società,
ma è altresì chiaro che per cambiare la società è necessario che avvenga un profondo cambiamento nel pensiero di ogni singolo essere umano, giacché è il pensiero che determina l'azione, ed è sempre il pensiero, o meglio il libero pensiero, che è in grado di spezzare i condizionamenti instillati ricorrendo a false-verità che inducono convinzioni errate e dannose.
I problemi nascono quando decidiamo di smettere di esercitare il dubbio critico e la logica razionale - o ancora peggio se non siamo mai stati in grado di esercitarli - e ci convinciamo di essere nel giusto, perché riteniamo di essere in possesso della verità, mentre invece così non è.
In quel preciso istante, in virtù di mere opinioni che si sono radicate nel profondo come tenaci convinzioni, diveniamo parte attiva della follia sociale e condizioniamo anche le esistenze degli altri, agendo esattamente come vuole l'élite.
I condizionamenti influenzano il pensiero, creando convinzioni pericolose che sono accettate acriticamente per fede e le azioni che ne derivano generano le distorsioni dell'odierna società.
È così che ci trasformiamo nelle marionette dell'élite che ci manipola per mezzo di fili invisibili ma assai efficaci. Il paradosso è che tutto ciò accade grazie alla nostra complicità.
Ed ecco che invece di contestare e disobbedire si è ligi alle regole e al dovere, anche quando sono palesemente ingiusti e cozzano con la nostra felicità;
e via che si va di corsa a cercarsi un lavoro, e quando finalmente si riesce a trovarlo, s'inizia a compiere quotidianamente delle azioni ripetitive degne dell'esistenza di un nevrotico, senza chiederci il perché, né se tutto ciò sia davvero necessario;
invece di cooperare si compete, convinti che la miglior strategia per migliorare le nostre condizioni di vita consista nel dover lottare per ottenere un egoistico traguardo, invece di aiutarci a vicenda per raggiungere un fine comune;
e già che ci siamo, se possiamo avere più degli altri, perché no? Accumuliamo pure in eccesso, tanto non saremo noi a morire di fame a causa della nostra avidità;
e si corre sempre più veloci, sia con le nostre auto che con i consumi, aumentando sempre più l'insostenibilità e l'inquinamento ambientale, causando la nostra malattia e quella dei nostri figli.
Ma non faremo attenzione neppure a questo aspetto, preferiremo invece continuare a inquinare per piangere sui letti degli ospedali innanzi alla sofferenza dei malati terminali, invocando l'intervento miracoloso di un essere metafisico dalla dubbia esistenza di nome Dio.
Non abbiamo smarrito solo l'intelligenza, ma anche la nostra umanità.
È così che realizziamo una follia sociale, nella quale invece di agire per realizzare il benessere di tutti gli esseri viventi, c'impegniamo quotidianamente per trasformare il mondo in una sorta d'inferno.
C'è una speranza per cercare di fuggire dai devastanti effetti dei condizionamenti sociali: quella di esercitare il libero pensiero.
È già successo e se vogliamo succederà ancora.
Il libero pensiero ha dato origine alla Scienza e ancor prima alla Filosofia nell'antica Grecia.
La Chiesa Cattolica ha gettato l'umanità nell'oscurità per oltre 1000 anni, fin quando i lumi della ragione non sono riusciti a delegittimare il potere degli uomini di Dio.
Ma il Dio delle religioni monoteistiche si è trasformato nel dio Mercato.
Oggi viviamo sotto la dittatura del regime capitalistico, che si avvale dei ricatti dell'economia e dei mezzi dello Stato, inscenando l'illusione della democrazia e della libertà.
I condizionamenti utili al potere ci conducono ancora una volta lontano dalla felicità e dalla nostra umanità.
Si sente di nuovo forte il bisogno del libero pensiero per rimettere in discussione lo status quo, con i suoi dogmi, come il mito della crescita, propugnato in un mondo con un ecosistema ridotto sull'orlo del collasso;
l'efficienza del libero mercato, millantata nonostante gli sprechi e la disuguaglianza generati dalle sue logiche;
il dover aumentare ancora di più il lavoro o il creare occupazione diminuendo i diritti e aumentando la flessibilità, nonostante siano già ben evidenti i tratti caratteristici di una moderna forma di schiavitù lavorativa.
Il sistema insegue tutto, fuorché ciò che consentirebbe di vivere la vita in condizioni di benessere, uguaglianza e libertà;
eppure chi detiene il potere continua a suggerici di dover proseguire in tutta fretta nella medesima direzione, proprio quella che ha condotto l'umanità alle odierne criticità.
È giunto il momento di tornare alla ragione, per rivedere i fini del nostro agire, rimettendo al centro delle riflessioni gli esseri viventi e il raggiungimento della loro felicità.
Si tratta di una scelta, così come quella di anteporre a tutto e su tutti la ricerca del profitto, ignorando che non c'è meta più alta e nobile di contribuire al raggiungimento del benessere di ogni essere vivente.
A tal fine si dovrà ricorrere allo scetticismo, avvalendosi di dimostrazioni logico-razionali ed evidenze empiriche, per quanto possibile, sconfinando nel fertile terreno della filosofia per aprire nuovi orizzonti all'umanità.
Un'altra potente medicina da adottare per curare i mali della società è quella di maturare una cultura ampia e generale, che non sia subordinata alle esigenze del mondo del lavoro.
Chi studia con impegno laureandosi con il massimo dei voti per poi diventare uno schiavo felice al servizio del capitale, dimostra di non aver capito il vero scopo della conoscenza, e tanto meno di aver intuito il senso della vita.
Conoscere la storia, la matematica, i risultati e i metodi della scienza, oltre che le riflessioni filosofiche dei più grandi pensatori che hanno vissuto prima di noi su questa terra, è indispensabile per maturare gli elementi necessari per smascherare il falso;
per contribuire al percorso di comprensione dei meccanismi della natura; per risolvere problemi e superare le criticità, evitando di ripetere gli errori, e gli orrori, del passato;
per realizzare una società in cui tutti gli esseri viventi possano vivere in pace, armonia, uguaglianza, benessere e libertà; e non per ultimo in ordine d'importanza, per migliorare se stessi ed esprimere la propria unicità.
La conoscenza non dev'essere imposta dall'autorità, né accettata per tradizione o per qual si voglia altra visione dogmatica, dev'essere il frutto di una ricerca libera e individuale coniugata con la libertà interpretativa rispetto a canoni precedentemente fissati.
Più in generale, non si dovrebbe accettare nulla per vero se prima non lo si è indagato e compreso fino in fondo.
Non a caso ogni libero pensatore matura una profonda allergia nei confronti del dogma e dell'autorità, ed è consapevole che se qualcuno cerca d'imporre una presunta verità, è giunto il momento di scommettere in favore della sua falsità.
La verità, in quanto tale, non ha bisogno di essere imposta: essa impone se stessa, attraendo le menti di chi esercita il libero pensiero.
Comprendere la verità significa anche smascherare gli inganni e i condizionamenti che allontanano l'umanità dalla libertà e dalla felicità.
Per questo affermo che il libero pensiero salverà l'umanità.
La specie che si reputa la più intelligente del regno animale, quella che ha addirittura la presunzione di autodefinirsi con toni rafforzativi Homo sapiens sapiens, manifesta un misto di egoismo, odio, ignoranza e stupidità, oltre a una chiara assenza di sensibilità, e con le proprie scelte comportamentali sta inscenando delle dinamiche che distruggeranno se stessa, non prima di aver causato ingiustizie e sofferenze a non finire.
Si pensi alla follia delle guerre combattute per conto di una élite dedita al profitto o agli attentati condotti in nome di un dio che non c'è; ai furti e agli omicidi, agli stupri e alla pedofilia, al razzismo e al classismo;
ma anche a un detestabile sfruttamento dell'uomo sull'uomo; a un lavoro che quando c'è o è precario o è totalizzante, e quindi non consente di vivere la vita in libertà e con serenità;
all'inquinamento che causa numerose malattie, oltre che essere concausa, assieme a un iper-consumo futile ed evitabile, di un progressivo allontanamento dalla sostenibilità ambientale;
alle inutili sofferenze riservate agli animali allevati e uccisi per cibarsi delle loro carni, nonostante non sia indispensabile ai fini di una dieta sana ed equilibrata.
per non parlare dell'avidità e dell'egoismo, in un mondo dove una minoranza ha accumulato così tanto in eccesso da non sapere neanche cosa farsene della propria ricchezza, mentre migliaia di persone ogni giorno soffrono e muoiono per cause connesse alla povertà.
A giudicare da ciò che accade all'interno della società, la specie umana dimostra di avere tutte le caratteristiche tranne quelle che dovrebbe possedere una vera comunità di esseri umani.
Eppure, ciascun individuo racchiude in sé un potenziale sterminato che però, per qualche motivo, rimane inespresso.
Amore, empatia, altruismo, generosità, curiosità e creatività, ma anche elevate capacità fisiche e mentali, sono caratteristiche potenziali di ogni individuo, che per manifestarsi richiedono volontà, impegno e costanza, oltre a un adeguato contesto socio-economico-culturale.
No, le distorsioni che permeano l'odierna società non sono l'inevitabile conseguenza della vera natura umana, bensì i frutti avvelenati di un ambiente malsano.
È vero, sono gli esseri umani che interagendo danno luogo alla società, ma al medesimo tempo essi sono anche un suo sottoprodotto.
La società plasma il pensiero degli individui per mezzo di quelli che potremmo genericamente chiamare condizionamenti sociali, e così riesce a influenzarne le dinamiche.
Il comportamento della massa può essere facilmente orchestrato e chi detiene il potere è ben consapevole di questa possibilità.
Non a caso lo Stato ricorre all'istruzione, le religioni all'indottrinamento, i politici alla propaganda e le aziende alla pubblicità; tutte queste realtà adottano strategie che hanno in comune il fatto di suggerire cosa si deve pensare.
Influenzando il pensiero, con delle apposite informazioni, si può riuscire a esercitare il controllo sociale.
Impara a memoria questo concetto senza discutere, il tuo giudizio non è importante;
obbedisci ai dettami del dio della nostra religione, tutte le altre sono in errore;
vota il nostro partito, non hai alternativa se vuoi ottenere la libertà;
cosa stai aspettando? Butta il vecchio e acquista il nostro nuovo prodotto, è il migliore che abbiamo mai realizzato...
simili messaggi cercano di annullare il pensiero dell'individuo, indicando la strada "corretta" da seguire.
Per quanto c'illudiamo che non sia così, siamo fortemente influenzabili, altrimenti non si spiegherebbero né lo spasmodico interesse delle élites nell'accaparrarsi il controllo dei mass media, né l'ingente quantitativo di denaro sistematicamente destinato alle campagne propagandistiche e a quelle pubblicitarie.
Cadiamo nelle trappole dovute a preconcetti, pregiudizi e convinzioni fideistiche, che sono il frutto di messaggi martellanti che accettiamo passivamente, per principio di autorità, per consuetudine o per paura di perdere l'approvazione del gruppo sociale al quale apparteniamo.
La maggior parte delle persone non ha mai maturato una riflessione originale, ma si è soltanto limitata ad assorbire come una spugna le informazioni diffuse dalla scuola e dai mass media, per farle proprie senza neanche degnarsi di cercare di stabilirne la veridicità, per poi ripeterle come degli amplificatori in modo da rafforzare la visione dominante: esattamente ciò che è utile al potere.
Non viviamo nell'utopia di Platone, nella quale il potere è risposto nelle mani di filosofi appositamente educati per fare il bene dello Stato;
viviamo nel mondo reale, dove il potere non deve essere conquistato ma distrutto, perché chi se ne impossessa lo fa in virtù del fatto di poter ottenere un vantaggio personale, sacrificando la libertà e il benessere del resto della collettività.
Una volta assimilato, decostruire l'immaginario che ci è stato inculcato giorno dopo giorno, per tutto il corso della vita, è un compito assai arduo da portare a termine.
Ma quando la fiaccola del sospetto si accende squarcia l'oscurità e consente d'illuminare il sentiero che conduce alla verità.
Una volta che si è compreso l'arcano, non si potrà più fare a meno di smascherare i mille trucchi, le strategie e le menzogne utilizzate dal potere per esercitare il controllo sociale.
Il passo successivo sarà quello di voler salvare gli altri.
Il sistema però è auto-stabilizzante, come in una prigione dove gli stessi carcerati si preoccupano di fare in modo che i propri simili non evadano mai.
La luce della verità causa un dolore tremendo agli occhi di chi ha sempre vissuto nell'oscurità.
Così, il tentativo di liberare gli altri diventa un'impresa vana: la verità è considerata una menzogna, perché la menzogna è sempre stata la verità.
Colui che ha compreso potrà invitare gli altri a farlo, ma se sceglierà di svelare di colpo l'inganno rischierà di ottenere l'effetto opposto a quello desiderato.
Scoprire la verità è un atto individuale che muove i passi dalla volontà; non si riesce a comprendere alcunché se prima non si è intimamente disposti a voler comprendere la verità.
Per spezzare definitivamente questo circolo vizioso auto-catalizzante, nel quale la follia sociale si tramuta nella follia umana, che a sua volta genera nuova follia sociale, è evidente che bisogna indurre un cambiamento nella società,
ma è altresì chiaro che per cambiare la società è necessario che avvenga un profondo cambiamento nel pensiero di ogni singolo essere umano, giacché è il pensiero che determina l'azione, ed è sempre il pensiero, o meglio il libero pensiero, che è in grado di spezzare i condizionamenti instillati ricorrendo a false-verità che inducono convinzioni errate e dannose.
I problemi nascono quando decidiamo di smettere di esercitare il dubbio critico e la logica razionale - o ancora peggio se non siamo mai stati in grado di esercitarli - e ci convinciamo di essere nel giusto, perché riteniamo di essere in possesso della verità, mentre invece così non è.
In quel preciso istante, in virtù di mere opinioni che si sono radicate nel profondo come tenaci convinzioni, diveniamo parte attiva della follia sociale e condizioniamo anche le esistenze degli altri, agendo esattamente come vuole l'élite.
I condizionamenti influenzano il pensiero, creando convinzioni pericolose che sono accettate acriticamente per fede e le azioni che ne derivano generano le distorsioni dell'odierna società.
È così che ci trasformiamo nelle marionette dell'élite che ci manipola per mezzo di fili invisibili ma assai efficaci. Il paradosso è che tutto ciò accade grazie alla nostra complicità.
Ed ecco che invece di contestare e disobbedire si è ligi alle regole e al dovere, anche quando sono palesemente ingiusti e cozzano con la nostra felicità;
e via che si va di corsa a cercarsi un lavoro, e quando finalmente si riesce a trovarlo, s'inizia a compiere quotidianamente delle azioni ripetitive degne dell'esistenza di un nevrotico, senza chiederci il perché, né se tutto ciò sia davvero necessario;
invece di cooperare si compete, convinti che la miglior strategia per migliorare le nostre condizioni di vita consista nel dover lottare per ottenere un egoistico traguardo, invece di aiutarci a vicenda per raggiungere un fine comune;
e già che ci siamo, se possiamo avere più degli altri, perché no? Accumuliamo pure in eccesso, tanto non saremo noi a morire di fame a causa della nostra avidità;
e si corre sempre più veloci, sia con le nostre auto che con i consumi, aumentando sempre più l'insostenibilità e l'inquinamento ambientale, causando la nostra malattia e quella dei nostri figli.
Ma non faremo attenzione neppure a questo aspetto, preferiremo invece continuare a inquinare per piangere sui letti degli ospedali innanzi alla sofferenza dei malati terminali, invocando l'intervento miracoloso di un essere metafisico dalla dubbia esistenza di nome Dio.
Non abbiamo smarrito solo l'intelligenza, ma anche la nostra umanità.
È così che realizziamo una follia sociale, nella quale invece di agire per realizzare il benessere di tutti gli esseri viventi, c'impegniamo quotidianamente per trasformare il mondo in una sorta d'inferno.
C'è una speranza per cercare di fuggire dai devastanti effetti dei condizionamenti sociali: quella di esercitare il libero pensiero.
È già successo e se vogliamo succederà ancora.
Il libero pensiero ha dato origine alla Scienza e ancor prima alla Filosofia nell'antica Grecia.
La Chiesa Cattolica ha gettato l'umanità nell'oscurità per oltre 1000 anni, fin quando i lumi della ragione non sono riusciti a delegittimare il potere degli uomini di Dio.
Ma il Dio delle religioni monoteistiche si è trasformato nel dio Mercato.
Oggi viviamo sotto la dittatura del regime capitalistico, che si avvale dei ricatti dell'economia e dei mezzi dello Stato, inscenando l'illusione della democrazia e della libertà.
I condizionamenti utili al potere ci conducono ancora una volta lontano dalla felicità e dalla nostra umanità.
Si sente di nuovo forte il bisogno del libero pensiero per rimettere in discussione lo status quo, con i suoi dogmi, come il mito della crescita, propugnato in un mondo con un ecosistema ridotto sull'orlo del collasso;
l'efficienza del libero mercato, millantata nonostante gli sprechi e la disuguaglianza generati dalle sue logiche;
il dover aumentare ancora di più il lavoro o il creare occupazione diminuendo i diritti e aumentando la flessibilità, nonostante siano già ben evidenti i tratti caratteristici di una moderna forma di schiavitù lavorativa.
Il sistema insegue tutto, fuorché ciò che consentirebbe di vivere la vita in condizioni di benessere, uguaglianza e libertà;
eppure chi detiene il potere continua a suggerici di dover proseguire in tutta fretta nella medesima direzione, proprio quella che ha condotto l'umanità alle odierne criticità.
È giunto il momento di tornare alla ragione, per rivedere i fini del nostro agire, rimettendo al centro delle riflessioni gli esseri viventi e il raggiungimento della loro felicità.
Si tratta di una scelta, così come quella di anteporre a tutto e su tutti la ricerca del profitto, ignorando che non c'è meta più alta e nobile di contribuire al raggiungimento del benessere di ogni essere vivente.
A tal fine si dovrà ricorrere allo scetticismo, avvalendosi di dimostrazioni logico-razionali ed evidenze empiriche, per quanto possibile, sconfinando nel fertile terreno della filosofia per aprire nuovi orizzonti all'umanità.
Un'altra potente medicina da adottare per curare i mali della società è quella di maturare una cultura ampia e generale, che non sia subordinata alle esigenze del mondo del lavoro.
Chi studia con impegno laureandosi con il massimo dei voti per poi diventare uno schiavo felice al servizio del capitale, dimostra di non aver capito il vero scopo della conoscenza, e tanto meno di aver intuito il senso della vita.
Conoscere la storia, la matematica, i risultati e i metodi della scienza, oltre che le riflessioni filosofiche dei più grandi pensatori che hanno vissuto prima di noi su questa terra, è indispensabile per maturare gli elementi necessari per smascherare il falso;
per contribuire al percorso di comprensione dei meccanismi della natura; per risolvere problemi e superare le criticità, evitando di ripetere gli errori, e gli orrori, del passato;
per realizzare una società in cui tutti gli esseri viventi possano vivere in pace, armonia, uguaglianza, benessere e libertà; e non per ultimo in ordine d'importanza, per migliorare se stessi ed esprimere la propria unicità.
La conoscenza non dev'essere imposta dall'autorità, né accettata per tradizione o per qual si voglia altra visione dogmatica, dev'essere il frutto di una ricerca libera e individuale coniugata con la libertà interpretativa rispetto a canoni precedentemente fissati.
Più in generale, non si dovrebbe accettare nulla per vero se prima non lo si è indagato e compreso fino in fondo.
Non a caso ogni libero pensatore matura una profonda allergia nei confronti del dogma e dell'autorità, ed è consapevole che se qualcuno cerca d'imporre una presunta verità, è giunto il momento di scommettere in favore della sua falsità.
La verità, in quanto tale, non ha bisogno di essere imposta: essa impone se stessa, attraendo le menti di chi esercita il libero pensiero.
Comprendere la verità significa anche smascherare gli inganni e i condizionamenti che allontanano l'umanità dalla libertà e dalla felicità.
Per questo affermo che il libero pensiero salverà l'umanità.
Mirco Mariucci
Se le idee contenute in questo saggio ti sono piaciute, puoi acquistare o scaricare gratuitamente la raccolta completa delle riflessioni di Mirco Mariucci al seguente indirizzo.
Se le idee contenute in questo saggio ti sono piaciute, puoi acquistare o scaricare gratuitamente la raccolta completa delle riflessioni di Mirco Mariucci al seguente indirizzo.
Piacevole, interessante.
RispondiEliminaLa specie che si reputa la più intelligente del regno animale, quella che ha addirittura la presunzione di autodefinirsi con toni rafforzativi “Homo sapiens sapiens”,
Straconcordo.
mettere in discussione se stessi è la prima grande rivoluzione possibile!
RispondiEliminaCaro Mirco leggere, condividendo appieno senza se e senza ma, ciò che scrivi lo ritengo il più nobile "furto" della mia umana memoria. Lillo, cittadino dell'Universo.
RispondiEliminaConcordo.
RispondiElimina