Qualcuno dirà: «Perché prendersela con la religione? In fondo, dà conforto alle persone, non causa nulla di male». Già, proprio così...
E come la mettiamo con le guerre di religione, gli attentati dei fondamentalisti islamici, i matrimoni combinati di minorenni, l'infibulazione, la misoginia e l'omofobia, i sacrifici rituali, l'inquisizione ed i falò di presunte streghe, atei, scienziati e liberi pensatori?
E che dire del mancato progresso scientifico, etico e spirituale, dell'opposizione alla contraccezione e degli ostacoli posti sulla strada della ricerca medica?
Per non parlare poi di una deleteria diffusione di un atteggiamento acritico-fideistico, magico-religioso, fondato sul diniego della ragione... al che, qualcun altro risponderà: «Ma la Chiesa aiuta i poveri!».
Davvero? Proviamo a rovesciare la questione: se la Chiesa aiuta i poveri, chi finanzia la Chiesa? E soprattutto, perché?
Cominciamo subito con il chiederci: quanto costa alla collettività italiana mantenere in essere il circo di preti, vescovi, cardinali e papi, con tutte le loro (metafisiche) attrazioni?
L'ammontare effettivo è complesso da stimare, anche perché bisognerebbe tener conto di dati pubblici, come l'8x1000, sconti, agevolazioni e sovvenzioni varie, e di dati un po' meno pubblici, come le numerose “estorsioni” a danno delle vecchiette indottrinate, lasciti, rendite, affitti e altri investimenti speculativi effettuati dalla vaticano S.p.A. che gravano indirettamente sulla collettività.
Chi si è avventurato in questa sorta di missione impossibile, sostiene che, per quanto riguarda il solo lato pubblico della vicenda, l'importo sia dell'ordine dei 10 miliardi di euro [1].
Assumete quindi che la collettività si privi ogni anno di 10 miliardi di euro per finanziare la Chiesa.
Tale cifra corrisponde a circa 830 milioni al mese, che divisi per 830 fa esattamente 1 milione, che potrebbero essere 1 milione di persone.
Con una cifra equivalente agli odierni 830 euro al mese, i poveri del passato non avrebbero potuto evitare di scontare le proprie pene in Purgatorio, perché a quanto pare il costo delle indulgenze era assai elevato, ma oggigiorno, in Italia, chiunque ricevesse quella cifra non avrebbe più bisogno di qualsivoglia genere di aiuto economico da parte della Chiesa Cattolica, questo è certo[2].
Vi risulta che la Chiesa aiuti 1 milione di persone, risolvendogli di colpo il problema della povertà?
E tutto ciò al netto dei componenti delle famiglie di tali individui, che di riflesso incrementerebbero ancor più il numero di persone aiutate, portandolo a circa 3 milioni, o forse più.
La cosa davvero interessante, però, è scoprire “come” la Chiesa spenda il maltolto...
Ad esempio, l'8x1000 alla Chiesa Cattolica del 2011 (stiamo parlando di circa 1119 milioni di euro, ovvero 1,119 miliardi, se preferite!) è stato suddiviso al modo seguente[3]:
1) Esigenze di culto e pastorale 468 mln € (41,8%)
2) Sostentamento del clero 361 mln € (32,3%)
3) Interventi caritativi in Italia e nei paesi in via di sviluppo 235 mln € (21,0%)
4) Accantonamento 55 mln € (4,9%)
Da questi dati si evince in modo lampante che la quota maggiore se ne va per finanziare i rituali stregonici, i tribunali ecclesiastici, la costruzione di nuovi luoghi per insegnare e praticare la stregoneria e la loro rispettiva manutenzione. Tutte voci facenti parte del primo punto.
La seconda voce, anche in ordine di consistenza, è quella inerente al “sostentamento” degli stregoni che, in questo modo, si assicurano il diritto di poter condurre una vita spensierata e parassitaria, senza alcun bisogno di lavorare, come invece debbono ingiustamente fare tutti gli altri esseri umani (che li mantengono).
Non a caso, Voltaire ebbe a dire: «Un ecclesiastico è uno che si sente chiamato a vivere senza lavorare a spese dei disgraziati che lavorano per vivere».
E dulcis in fundo, al netto di un piccolo accantonamento, arriva il famoso “aiuto ai poveri”.
Non a caso, Voltaire ebbe a dire: «Un ecclesiastico è uno che si sente chiamato a vivere senza lavorare a spese dei disgraziati che lavorano per vivere».
E dulcis in fundo, al netto di un piccolo accantonamento, arriva il famoso “aiuto ai poveri”.
Se gli stregoni della religione cattolica volessero seriamente aiutare i bisognosi, potrebbero trovarsi un lavoro vero e donare in beneficenza tutto il proprio stipendio, dato che ne hanno già un altro in tasca pagato dalla collettività.
E dopo una logorante giornata in fabbrica, potrebbero altresì trovare la forza d'animo necessaria per lasciare da parte se stessi e dedicare quel che resta del proprio tempo libero ad aiutare il prossimo, senza illudere i bisognosi con le tipiche favolette della religione: che invitino piuttosto i poveri all'azione, a cambiare la società in meglio, per tutti.
Un prete siffatto sarebbe certamente degno di stima e di rispetto: tutti gli altri, non sono altro che dei parassiti in gonnella, intimamente innamorati del potere.
Tali individui sono chiaramente inutili per la società, se non addirittura dannosi per il perseguimento del progetto della realizzazione d'una società a misura d'essere umano.
Tali individui sono chiaramente inutili per la società, se non addirittura dannosi per il perseguimento del progetto della realizzazione d'una società a misura d'essere umano.
L'8X1000 è certamente la più famosa fra le voci di bilancio in uscita di uno Stato che ama tanto definirsi “laico”, per poi auto-contraddirsi finanziando spudoratamente la Chiesa Cattolica, ma purtroppo non è l'unica.
Ad esempio, l'insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole pubbliche italiane costa circa un altro miliardo di euro all'anno ai contribuenti[4].
Vi starete chiedendo cosa centri tutto ciò con lo Stato: in fondo, anche solo per una mera questione di coerenza, se l'insegnamento in discussione è il cattolicesimo, gli insegnanti di religione dovrebbero essere pagati dalla Chiesa.
E invece no: li paga la collettività!
E invece no: li paga la collettività!
In passato, questa (sotto)specie di docenti veniva scelta dalla Curia, a suo insindacabile giudizio, e ciò nonostante la spesa gravava interamente sul bilancio dello Stato, così come sancito nell'arcinoto concordato tra Stato e Chiesa.
Con la recente entrata in vigore dei concorsi, l'autorità diocesana ha ben pensato di mantenere il potere di revocare l'idoneità dell'insegnante per “gravi” motivi, tra i quali spiccano l'incapacità didattica o pedagogica: ciò per dire, che se un insegnate di religione cattolica non è in grado d'indottrinare a dovere i bambini allora può essere licenziato!
Non so se avete presente la faziosità di un prete, di una suora o di un generico credente nei confronti delle altre religioni o ancora peggio dell'ateismo...
Immaginate una loro lezione: invece di ricevere spunti di riflessione e nozioni oggettive e imparziali su tematiche importanti (ed anche interessanti), le giovani menti si ritrovano a dover subire delle ore addizionali d'indottrinamento spacciate per un corso di religione (sì, la loro!).
In altri termini, la collettività di un sedicente Stato laico spreca risorse economiche comuni affinché le nuove generazione vengano indottrinate in orario scolastico da pseudo-docenti che dovrebbero più propriamente esser definiti come stupratori di menti innocenti.
Un vero scandalo, che mette in evidenza la più totale connivenza tra Stato e Chiesa, una tesi che gli anarchici da sempre vanno sostenendo.
La dinamica di base è la seguente: da un lato, i membri del governo, per poter servire al meglio il Capitale (perché in ultima analisi è questo il loro vero scopo), hanno bisogno di mettere in atto delle tecniche per il controllo sociale; dall'altro, i membri della Chiesa hanno bisogno di denaro per mantenere in essere la loro parassitaria struttura di potere.
Per questo, i membri dei governi sono ben disposti a dirottare risorse collettive in favore di un sedicente insegnamento, quello della religione cattolica, la cui caratteristica peculiare è di allontanare le menti delle nuove generazioni dal pensiero critico e quindi dalla verità.
A sua volta il Capitale ringrazia, pagando i membri del governo per la loro servile viltà.
A sua volta il Capitale ringrazia, pagando i membri del governo per la loro servile viltà.
Infine, per scongiurare che si accresca il malcontento popolare, la Chiesa spende astutamente una parte risibile delle finanze che riceve per "aiutare i poveri", facendone una gran pubblicità, così da salvare la faccia ed impiegare impunemente il grosso del malloppo per i propri veri scopi.
Ed ecco che le esigenze di tutte e tre le parti vengono soddisfatte, come al solito, a danno dell'umanità.
Mirco Mariucci
[1] Piergiorgio Odifreddi “Perché non possiamo essere cristiani”, 2007 l’ha stimata in 9 miliardi di euro l'anno, l’Ares “La casta dei casti”, 2008 in 20 miliardi.
[2] Personalmente, se qualcuno fosse così generoso da donarmi 500 euro al mese, dedicherei la mia intera vita alla filosofia, a costo di vivere in una capanna.
[3] Dati espressi in milioni di euro tratti dalla 63ª assemblea generale della CEI del 27 maggio 2011.
[4] Per approfondire si veda: http://www.uaar.it/laicita/ora-di-religione/
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