Tratto dal saggio Il Sapere degli Antichi Greci, disponibile in formato cartaceo e digitale al seguente indirizzo, anche in download gratuito.
Anassagora di Clazomene (-499; - 428) era il figlio di un uomo ricco e nobile. Crescendo, maturò un interesse così forte per lo studio della natura e la filosofia che cedette l'eredità paterna ai familiari, in modo da potersi dedicare interamente alla ricerca.
La tradizione lo descrive come un pensatore assorto nelle sue speculazioni ed estraneo ad ogni attività pratica. Egli sosteneva con orgoglio che lo scopo della sua vita consistesse nel «Contemplare il Sole, la Luna e il cielo».
Si guardò bene dal prendere parte alle attività politiche. Per questa scelta gli rinfacciarono di non avere a cuore la sua patria, al che egli rispose: «Della mia patria m'importa moltissimo» indicando con una mano il cielo.
Verso il -462 partì alla volta di Atene, dove rimase per circa 30 anni e vi introdusse per primo la filosofia.
È probabile che sia stato invitato da Pericle, fortemente impegnato nel rinnovamento politico della città e nell'acculturamento dei suoi cittadini.
È noto che negli anni della permanenza ad Atene, Anassagora strinse un legame d'amicizia con Pericle e ne divenne perfino il maestro.
Ma quando il noto statista invecchiò, i suoi oppositori politici iniziarono ad accusare quanti gli erano vicino per fare terra bruciata intorno a lui e delegittimarlo.
Tra questi Fidia, grande scultore e architetto dell'epoca che sovraintendeva il cantiere del Partenone (voluto da Pericle), fu accusato d'impossessarsi di parte dell'oro destinato alla costruzione delle statue.
Il pretesto per infamare Anassagora fu individuato nella sua filosofia. Egli sosteneva che la Luna fosse un corpo terroso e il Sole una pietra incandescente.