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sabato 19 giugno 2021

Il pensiero dei Neoplatonici: Ammonio Sacca, Plotino, Porfirio, Giamblico, Plutarto, Proclo.

 


Il neoplatonismo

Il termine neoplatonismo può essere utilizzato, con bivalenza di significato, sia per indicare un determinato periodo storico, che un atteggiamento filosofico peculiare.


Neoplatonico fu il periodo storico-filosofico occidentale compreso tra la metà del secondo secolo dopo Cristo e la metà del sesto, o al più del settimo, secolo, se si considerano anche le vicende avvenute in Alessandria d’Egitto;


neoplatonici furono tutti coloro che ripresero, riabilitarono, reinterpretarono, integrarono e, in un certo qual modo, rinnovarono, l’antico pensiero di Platone, a prescindere dal periodo storico in cui ciò avvenne.


A scanso di equivoci, precisiamo che, in vista delle finalità di questo scritto, utilizzeremo i precedenti termini per indicare, da un lato, l’ultima grande manifestazione del platonismo scaturita dalla summa del pensiero greco antico e, dall’altro, i diretti protagonisti che contribuirono a dare alla luce questo pregevole sistema filosofico.


Il movimento neoplatonico nacque in risposta ad una profonda crisi interiore e ad una tendenza alla svalutazione della realtà sensibile dovute ai grandi sconvolgimenti ed alle difficoltà materiali provocati dall’ormai prossima caduta dell'Impero romano d'Occidente.


In questo contesto di decadenza, i filosofi tentarono di mettere in salvo le anime dell’umanità, cercando una ricetta per liberare il corpo dalle passioni ed elevare lo spirito. E lo fecero guardando alla saggezza ed alla sapienza dei migliori esponenti delle correnti filosofiche antiche.

Il pensiero degli Stoici: Zenone, Cleante, Crisippo, Panenzio, Posidonio, Seneca, Musonio, Epitteto, Marco Aurelio.

 

Zenone di Cizio

Zenone di Cizio (Cizio, 336-335 a.C. – Atene, 264-263 a.C.) fu un pensatore greco antico di origine fenicia che, con le sue orazioni pubbliche, diede il via alla corrente filosofica dello Stoicismo.


Essendo figlio di un mercante di Cizio, una località situata sull’isola di Cipro che, all’epoca dei fatti, costituiva un punto nevralgico per i commerci tra il mediterraneo orientale e quello occidentale, il giovane Zenone tentò di seguire le orme del padre.


Ma il suo destino era già stato scritto: egli sarebbe diventato un grande filosofo. Fu così che, in seguito ad un naufragio, il fato lo condusse ad Atene.


In questa città Zenone, che in passato si era già formato sui testi socratici, divenne scolaro del pensatore cinico Cratete di Tebe.


Negli anni a venire, egli subì anche l’influenza del pensiero megarico, per opera di Stilpone di Megara e di Diodoro Crono, e della filosofia di stampo platonico, per opera degli accademici Senocrate e Polemone.


Attorno al 300 a.C., raggiunta la maturità di pensiero, decise di fondare una scuola filosofica, in cui esporre la propria visione del mondo.

martedì 8 settembre 2020

La concezione filosofica degli stoici




Antica, Media e Nuova Stoà


Assieme all’epicureismo ed allo scetticismo, lo stoicismo fu una delle maggiori correnti filosofico-spirituali del periodo ellenistico.


Ma delle numerose scuole post-aristoteliche, quella degli stoici fu senza dubbio la più importante ed influente, dal punto di vista storico-culturale.


Tale dottrina deve il suo nome alla Stoà poikile (traducibile come “portico dipinto”): un loggiato ornato con dei disegni situato nella zona settentrionale dell'agorà di Atene, in cui, nel III secolo a.C., Zenone di Cizio espose pubblicamente le sue idee, fondando di fatto una nuova corrente filosofica.

giovedì 9 aprile 2020

La dottrina dello scetticismo: Pirrone di Elide, Timone di Fliunte, Arcesilao di Pitane, Carneade di Cirene, Filone di Larissa, Antioco di Ascalona, Enesidemo di Cnosso, Agrippa, Sesto Empirico.



Pirrone di Elide

Pirrone di Elide (365 a.C. circa – 275 a.C. circa) fu un pensatore greco antico che diede il via all’atteggiamento filosofico dello scetticismo, secondo il quale non può esistere una dottrina, o un metodo, che conduca all’episteme, ovvero ad una conoscenza certissima, oggettiva ed universale, perché una verità ultima ed assoluta o non esiste o, se esiste, è irraggiungibile.

Da giovane Pirrone era un pittore che aveva assorbito i valori e le convinzioni della cultura greca della sua epoca.

Tuttavia, una lunga serie di esperienze di vita gli fece rimettere in discussione ogni genere di conoscenza con cui era venuto a contatto, fin quando, un giorno, si convinse che ogni atteggiamento teoretico o empirico, che promette di cogliere la verità, sia egualmente fallace ed inconsistente, mentre i valori sposati dalle comunità mutano nel tempo e risultano relativi ai luoghi in cui vengono adottati.

sabato 15 febbraio 2020

L’edonismo di Epicuro. Vita e pensiero del fondatore dell’Epicureismo.



Note biografiche

Epicuro (Samo, 342 a.C. – Atene, 270 a.C.) fu il fondatore di una della maggiori scuole filosofiche dell’età ellenistica: l’epicureismo.

Figlio di Neocle, un maestro di scuola, e di Cherestrata, una maga, Epicuro (in greco antico: Ἐπίκουρος, Epíkouros, che significa “alleato”, “compagno” o “soccorritore”) venne alla luce, e trascorse la sua giovinezza, a Samo.

Cominciò ad interessarsi alla filosofia già all’età di quattordici anni ascoltando le lezioni di Pànfilo, un filosofo platonico che instillò nell’animo di Epicuro una profonda avversione per il platonismo.

lunedì 10 febbraio 2020

Audiolibro dell'illusione della libertà

Grazie al prezioso contributo di Federico Marcelli, da oggi è disponibile l'audiolibro del saggio intitolato l'illusione della libertà.


Ascolta il saggio su Youtube:

lunedì 6 gennaio 2020

La scuola cirenaica: Aristippo, Arete, Aristippo il Giovane, Teodoro l'Ateo, Egesia e Anniceride.



Aristippo di Cirene

Aristippo di Cirene (Cirene, 435 a.C. – Lipari, 366 a.C.) fu l’iniziatore della corrente di pensiero a cui, dopo la sua morte, i filosofi Arete di Cirene e Aristippo il Giovane (rispettivamente figlia e nipote di Aristippo il Vecchio) si ispirarono per dar vita alla cosiddetta scuola cirenaica.

Nonostante fosse nato in Nordafrica, Aristippo ricevette una formazione culturale ellenistica molto elevata, forse di carattere sofistico. La sua famiglia, infatti, era di stirpe nobile e vantava le più grandi ricchezze di tutta la Libia.

sabato 14 dicembre 2019

La scuola cinica: Antistene di Atene e Diogene di Sinope, detto il Socrate pazzo!

Diogene cerca l'uomo, di Johann Tischbein

Carattere della corrente cinica

Tra le scuole socratiche minori, la più curiosa e influente fu, senza dubbio, quella dei cinici, di cui Antistene d’Atene fu il fondatore e Diogene di Sinope, suo allievo, divenne l’esponente più celebre e folcloristico.

mercoledì 13 novembre 2019

I paradossi della scuola megarica: Euclide, Eubulide, Diodoro Crono e Stilpone.

Introduzione

L’Antica Grecia diede i natali a tre personaggi omonimi, la cui importanza ha fatto sì che il loro nome, ovvero Euclide (in greco antico Εὐκλείδης, Eukléidēs), giungesse fino ai giorni nostri rispettivamente custodito nei libri di storia, matematica e filosofia.

venerdì 29 marzo 2019

La scala di evoluzione sociale di Mariucci


Come misurare il livello di evoluzione sociale di una civiltà

All'interno di questo scritto cercheremo di rispondere alla seguente domanda: è possibile valutare il livello di evoluzione di una società composta da esseri umani?

Per farlo, definiremo un metodo per assegnare un punteggio ad un'organizzazione sociale sulla base delle sue caratteristiche.

Successivamente, utilizzeremo questa misura dello stadio di evoluzione sociale dell'umanità per quantificare il balzo evolutivo che si potrebbe compiere se si effettuasse una transizione dall'odierna Distopia Capitalistica all'Utopia Razionale.

martedì 26 marzo 2019

Verità esoteriche nell'ambito della sociologia


Occultismo ed esoterismo

Nell'ambito dell'esoterismo c'è una certa tradizione, consolidata da millenni di pratica, la cui filosofia può essere riassunta con la seguente massima: le verità esoteriche devono essere rivelate soltanto agli iniziati.

Alcuni, tra coloro che condividono questo precetto, possono concepire la conoscenza esoterica come un qualcosa da custodire gelosamente.

Per essi, infatti, il sapere esoterico rappresenta un mezzo da utilizzare per incrementare il proprio potere, al fine di riuscire a dominare gli altri individui mantenuti all'oscuro delle questioni occulte.

Si può definire chiunque abbia un simile approccio nei confronti dell'esoterismo con il termine “occultista”. 

Non è un mistero che le élites di ogni epoca abbiano utilizzato delle conoscenze occulte per conquistare e mantenere ricchezza e potere. 

sabato 9 marzo 2019

Che cos'è la Sociologia?


Un trattato di sociologia degno di questo nome dovrebbe fornire una risposta alla seguente domanda: che cos'è la sociologia?

Mi spiace deludere il lettore fin dalle prime righe di quest'opera, ma il massimo che sono in grado di fare non è di definire che cosa sia la sociologia, bensì di dire che cosa sia per me la sociologia.

Infatti, non vi è accordo neppure tra i sociologi rispetto a cosa sia effettivamente la sociologia, tanto è vero che molti di essi hanno formulato definizioni personali differenti.

Effettuando delle ricerche, sembrerebbe che la dicitura più utilizzata sia la seguente: la sociologia è la scienza che studia la società. 

Ma quella che a prima vista potrebbe apparire come un’ottima definizione, ad uno sguardo più accorto si rivela essere alquanto imprecisa, problematica ed insoddisfacente.

martedì 5 marzo 2019

Dalla Distopia all'Utopia: come realizzare una società ideale trasformando l'utopia in realtà



Avviso: la conoscenza del modello sociale denominato Utopia Razionale è propedeutica alla comprensione della prima parte delle riflessioni qui di seguito riportate. 

Quando ho messo per iscritto la mia concezione di società ideale, l'intento non era di esporre un programma politico da attuare nell'odierna società. 

La funzione della mia Utopia è la stessa di quella svolta da ogni altra utopia: fornire un'ispirazione, indicare una direzione, donare all'umanità un ideale per trasformare in meglio la realtà sociale.

L’implementazione del modello socio-economico-culturale da me proposto non è di per sé impossibile, ma è resa inattuabile dall’odierno livello di (in)coscienza dell’umanità: per concretizzare l’Utopia Razionale nella realtà fisica servirebbe un salto quantico spirituale che non si può pretendere che avvenga dall’oggi al domani.

Ciò non toglie che un simile livello di coscienza sia effettivamente alla portata dell'umanità; esso, in verità, è stato già raggiunto da un piccolo numero di esseri umani presenti sulla Terra che, volendo, potrebbero organizzarsi per dar vita a delle versioni locali dell'Utopia Razionale, seppur con qualche accorgimento rispetto alla formulazione originale.

Inoltre, se da un lato è vero che ad oggi, per le suddette ragioni, il modello da me proposto non può essere implementato nella sua totalità, dall'altro è altrettanto vero che esso contiene aspetti e soluzioni che invece potrebbero trovare un'applicazione concreta ed immediata, assieme ad altri obiettivi che si potrebbero perseguire in un'ottica di medio-lungo periodo.

Per questi motivi, ho deciso di fornire delle indicazioni di massima su come procedere per orientare la società in direzione della concezione utopica da me proposta, fermo restando che il vero scopo, non solo della mia Utopia, ma di tutta la mia attività di libero pensatore, è di contribuire all'unica rivoluzione possibile: l'innalzamento del livello di pensiero dell'umanità.

venerdì 11 gennaio 2019

Critica radicale alla concezione economica capitalistica


L'economia non è una scienza

Che l'umanità necessiti di un radicale cambio di paradigma economico, è ormai del tutto scontato, vista la gravosa situazione ambientale in cui versa la Terra e le pessime condizioni di vita della quasi totalità degli individui che vivono rispettando i dettami di una società forgiata da logiche ben precise ed identificabili.

Basti sapere che gli economisti, nel concepire i loro modelli economici, non si sono soltanto dimenticati di prendere in considerazione la complessiva sostenibilità ambientale di ciò che andavano delineando, ma hanno anche omesso di tenere in considerazione la felicità dei membri della società, i quali, ben presto, si sarebbero accorti loro malgrado di queste "lievi" sbadataggini, sperimentando sulla loro pelle le conseguenze nefaste dovute alle sovrastrutture che gli furono imposte sfruttando la falsa autorevolezza della cosiddetta “scienza” economica!

Questo significa che gli eminentissimi economisti, che con le loro teorie stanno determinando le sorti dell'umanità, si sono dimenticati di prendere in considerazione i due fattori più importanti, quelli che qualunque essere dotato anche d'un sol briciolo d'intelligenza non avrebbe di certo mancato di porre a fondamento della propria ideologia, assicurandosi che perlomeno il sistema proposto fosse sostenibile e non diminuisse la felicità, non dico di tutti gli esseri viventi (sarebbe stato davvero troppo per le loro piccole menti), ma almeno degli esseri umani... e invece no, così non è stato.

Con dei simili presupposti, era il minimo che potesse accadere che l'esistenza all'interno della società capitalistica diventasse miserabile e, prima o poi, l'umanità giungesse a ridosso di un collasso ambientale

venerdì 9 novembre 2018

L'economia circolare non risolverà affatto i problemi ambientali causati dall'umanità


Un ragionevole dubbio

Negli ultimi decenni le criticità ambientali si sono amplificate a tal punto che, ben presto, se non ci saranno cambiamenti rapidi e radicali nelle dinamiche socio-economiche, la questione ecologica potrebbe diventare il problema centrale da affrontare per assicurare la sopravvivenza dell'umanità.

Non a caso si sente sempre più spesso parlare di economia verde, raccolta differenziata, strategie a rifiuti zero” e altre cose di questo tipo.

Sembra quasi che, dopo aver depredato, inquinato e distrutto l'intero ecosistema, gli esseri umani abbiano finalmente compreso come risolvere definitivamente tutti i problemi ambientali da essi stessi causati!

Ma è davvero così che stanno le cose?

martedì 23 ottobre 2018

Le leggi fondamentali della sociologia


Introduzione

In una sera d'inverno, mentre stavo per addormentarmi, all'improvviso, con un moto di pura intuizione, sono emerse alla mia coscienza quelle che in seguito ho definito come le leggi fondamentali della sociologia.

In verità, si tratta di principi con un valore universale, che esprimono le dinamiche essenziali del Tutto di cui l'umanità fa parte, e quindi, in quanto tali, si rivelano utili anche per la comprensione del funzionamento delle società.

Nelle pagine che seguono esporrò per la prima volta questa mia scoperta, illustrando le suddette Leggi assieme alle loro più notevoli implicazioni sociologiche.

venerdì 5 ottobre 2018

Breve analisi sociologica sugli uomini più abbienti e le aziende più ricche del mondo


Da un certo punto di vista può essere rilevante, per le sue implicazioni sociologiche, scoprire chi sono, e soprattutto di che cosa si occupano, gli individui più ricchi del mondo, anche se forse sarebbe più corretto definirli come i più grandi sfruttatori parassitari dell'umanità.

Proprio così: sfruttatori, perché è impossibile arricchirsi in modo smisurato senza approfittarsi del lavoro degli altri; parassitari, perché l'operazione di accumulazione è una chiara forma di parassitaggio sociale perpetrata a danno dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione.

Un semplice esempio sarà più che sufficiente a far comprendere la gravità della situazione anche agli individui più indottrinati dall'ideologia capitalistica.

Un operaio che guadagna 1.000 euro al mese lavorando 8 ore al giorno, continuerebbe a guadagnare 1.000 euro al mese anche se raddoppiasse il suo ritmo di lavoro, perché così prevede il contratto che ha sottoscritto.

Un capitalista, invece, di norma guadagna molto di più di un suo operaio, pur lavorando anch'esso 8 ore dì (ammesso che si degni di lavorare, perché nel suo caso non sussiste alcun obbligo) e per giunta può darsi che si veda incrementare il suo compenso anche senza aumentare il proprio ritmo di lavoro. Com'è possibile?

Stiamo lavorando per far diventare sempre più ricchi i padroni


È ormai ben noto che la ricchezza mondiale si sia concentrata nelle mani di pochissimi individui, ma in molti ignorano come ciò sia accaduto.

Per spiegare una parte di questo fenomeno, si può analizzare l'andamento delle quote di ricchezza prodotta destinate ai salari ed ai profitti.

Nel mondo, infatti, la maggior parte delle persone deve lavorare per guadagnarsi da vivere, procurandosi così un salario, ma una minoranza d'individui è riuscita ad escogitare delle strategie per ottenere denaro sfruttando il lavoro altrui.

Se i profitti fossero condivisi con tutta l'umanità non si presenterebbe alcun eclatante problema sociale dovuto ad un'iniqua distribuzione della ricchezza; il guaio è che oggi essi finiscono nelle tasche di una piccola élite.

Di conseguenza, quando la quota della ricchezza prodotta destinata ai salari diminuisce, per far accrescere quella relativa ai profitti, accade che all'incremento degli averi dei pochi corrisponde un peggioramento delle condizioni economiche dei molti. Ed è proprio così che sono andate le cose negli ultimi decenni...

giovedì 4 ottobre 2018

Il grande bluff del reddito di cittadinanza.

Il grande bluff del M5S in merito al reddito di cittadinanza era intuibile fin dall'inizio, ma ormai sta divenendo del tutto evidente:

1) non si tratterà di un reddito universale ed incondizionato, ma di un sussidio parziale e condizionato;

2) non si recupereranno 17 miliardi tagliando “sprechi” e privilegi, ma si faranno 10 miliardi di deficit (che però a detta di Salvini saranno solo 8) a cui il primo anno si dovrà sottrarre il costo per riformare i Centri per l'impiego (si consideri che 10 miliardi diviso 5 milioni di poveri assoluti diviso 12 mensilità fa circa 167 euro al mese a testa!);

3) pertanto, è ovvio che non stiamo parlando di 780 euro al mese per ogni persona al di sotto della soglia di povertà, ma di un'integrazione calcolata sulla base del reddito già percepito, che consentirà ad ogni nucleo familiare di raggiungere la corrispondente soglia di povertà (1 componente 780€; 2 componenti 1.170€; 3 componenti 1.404€; 4 componenti 1.630€; 5 componenti: 1.872€);

4) lo Stato non erogherà direttamente l'importo ai destinatari della misura, né in contanti, né con assegno, né con bonifico, ma utilizzerà una carta munita di chip, come ad esempio la moderna tessera sanitaria (al prossimo punto capirete perché!);

5) il reddito di cittadinanza non potrà essere speso liberamente: ogni operazione sarà tracciata e rigorosamente vincolata all'acquisto di specifici beni definiti di “primaria importanza”, per evitare che vengano effettuate spese immorali (Sic!); 

6) l'importo non utilizzato nel corso del mese corrente non potrà essere messo da parte per il futuro;

7) ma non finisce qui: perché se hai la “fortuna” di possedere una casa, ti saranno detratti ben 400 euro al mese dall'importo! 

E tutto ciò in cambio dell'obbligo di:
  1. iscriversi presso i centri per l’impiego e rendersi subito disponibili a lavorare;
  2. iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
  3. offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività per un totale di 8 ore settimanali;
  4. frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
  5. effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno (ripeto 2 ore al giorno!);
  6. comunicare tempestivamente qualsiasi variazione di reddito;
  7. accettare uno dei primi tre lavori offerti.
La violazione di una delle condizioni fin qui esposte comporterà il decadimento del sussidio e gli imbroglioni saranno puniti con 6 anni di galera!

C'è ben poco da aggiungere: questo non è un reddito di cittadinanza degno di un Paese civile, è la legalizzazione del lavoro servile da parte dello Stato.

Se una simile misura sarà attuata, porterà alla formazione di un esercito di lavoratori precari sotto perenne ricatto che, per paura di perdere il sussidio, si vedranno costretti ad accettare le offerte di lavoro più indegne.

Il Movimento 5 Stelle ha iniziato la sua campagna politica maturando consensi con l'illusione di un reddito di esistenza universale e incondizionato, ma una volta salito al potere ha messo in atto esattamente ciò di cui tutti gli sfruttatori hanno sempre avuto bisogno: un ricatto per costringere gli esseri umani a sottomettersi alla volontà del Capitale.

Vale la pena di ricordare un celebre aforisma di José Mujica: «Il potere non cambia le persone, mostra come sono veramente».

Signori (dis)onorevoli, abbiate almeno il coraggio e l'onestà intellettuale di chiamare questa misura con il suo vero nome: reddito di schiavitù.

Mirco Mariucci

Al seguente link, potete trovare una mia ulteriore analisi critica sulla proposta originaria del reddito di cittadinanza avanzata dal M5S durante la campagna elettorale: si scrive reddito di cittadinanza ma si legge reddito di schiavitù.

Fonti
  1. Testo completo del disegno di legge (originario) sul Reddito di Cittadinanza del M5S
  2. Volantino sintetico con la proposta (originaria) del M5S
  3. Reddito cittadinanza più basso a chi ha casa. Adn Kronos, 4 ottobre 2018.
  4. Reddito di cittadinanza: solo per i beni di prima necessità. La legge per tutti, 3 ottobre 2018. 
  5. Reddito cittadinanza, Castelli (M5s): "Se con quei soldi vai a Unieuro, GdF fa accertamento". Repubblica, 2 ottobre 2018.
  6. Reddito di cittadinanza, guerra di cifre. Lega: otto miliardi. Di Maio: sono 10. Il Messaggero, 4 ottobre 2018.
  7. Reddito di cittadinanza 2019: tempistiche, importi e requisiti. Money, Simone Micocci, 28 settembre 2018. 
  8. Tria: rialzo deficit non sfascia i conti. Di Maio: reddito cittadinanza non per spese immorali. Corriere Della Sera, Cesare Zapperi, 3 ottobre 2018.
  9. Reddito di cittadinanza, Di Maio: «Sei anni di galera a chi imbroglia». Corriere Della Sera, 4 ottobre 2018.
  10. Reddito di cittadinanza, gli utenti social a Di Maio: "La pizza con l'ananas è 'spesa immorale'?". Repubblica, 4 ottobre 2018.
  11. Istat: record di poveri in Italia dal 2005. Vita, 26 giugno 2018.
  12. Oltre 5 milioni di persone in povertà assoluta in Italia: record dal 2005. Repubblica, 26 Giugno 2018.
  13. 5 milioni di poveri assoluti. Ocse: in Italia la scuola non è più ascensore sociale. Rai News.

La povertà assoluta nel mondo è in aumento, ma vorrebbero farci credere il contrario.


Stando ai resoconti ufficiali, negli ultimi anni, si è verificata una tendenza significativa, in netto miglioramento: quella relativa alla diminuzione della povertà assoluta nel mondo. O almeno così vorrebbero farvi credere...

Nel 1990, infatti, il 35% della popolazione mondiale viveva sotto la soglia della povertà estrema, mentre, nel 2015, il medesimo dato si attestava attorno al 10%.

Quantitativamente parlando, se nel 1990 le persone in condizione di povertà estrema erano 1 miliardo e 850 milioni, nel 2010 il dato si era ridotto fino a 1 miliardo e 78 milioni; nel 2012 il numero diminuì ancora a 881 milioni e nel 2013 raggiunse i 767 milioni.

In altri termini, in 23 anni i poveri assoluti a livello mondiale si sono più che dimezzati, nonostante la popolazione sia complessivamente aumentata di circa 2 miliardi di unità. 

E così, sulla base dei dati diffusi dalla Banca Mondiale, le testate giornalistiche titolarono con fare trionfalistico che per la prima volta, nel 2015, la povertà estrema sarebbe scesa sotto il 10% della popolazione mondiale.

Ma è davvero così che stanno le cose?

martedì 2 ottobre 2018

Quanti posti di lavoro saranno spazzati via dall'automazione?


Previsioni sull'entità dell'automazione del lavoro

In molti si saranno chiesti: quanti posti di lavoro verranno spazzati via dall'automazione?

Ancor prima di riportare una rassegna delle più autorevoli previsioni in merito, devo avvisare il lettore che è estremamente complesso rispondere con esattezza ad un simile quesito.

A livello ufficiale, c'è chi sostiene che la maggior parte dei mestieri sarà automatizzata nel giro di qualche decennio e chi all'opposto afferma addirittura che i robot creeranno più occupazione di quanta ne distruggeranno!

Ma siamo proprio sicuri che sia questa la domanda fondamentale da porsi in merito all'automazione del lavoro?

Quali sono le mansioni che le automazioni sanno già fare meglio degli esseri umani?


C'è un fenomeno fondamentale che impone una seria riflessione sull'evoluzione futura del mondo del lavoro: l'avvento dell'automazione e dell'intelligenza artificiale.

Quando si parla di automazione in molti pensano alle catene di montaggio, o forse ai più recenti bracci robotizzati, ma questa è soltanto una parte di ciò che può rientrare nella ben più ampia categoria delle automazioni.

Un'altra notevole classe di automi è quella composta dai software informatici. A ben pensare, infatti, anche un programma per computer è un vero e proprio automatismo.

Combinando robot con software informatici viene alla luce un ritrovato tecnologico potenzialmente in grado di sostituire l'essere umano nella quasi totalità delle sue attività, riuscendo, non di rado, già a compiere la mansione per cui è stato progettato in modo decisamente più rapido, preciso, efficiente ed economico, rispetto a quanto il miglior essere umano specializzato nel medesimo settore sia in grado di fare.

Ormai le macchine non battono gli umani soltanto da un punto di vista fisico, ma anche da quello cognitivo: ciò significa che, teoricamente parlando, nessun tipo di lavoro è esente dal rischio di essere automatizzato, se non totalmente, di certo, parzialmente.

Per comprendere la portata rivoluzionaria dovuta all'avvento delle automazioni, riportiamo qui di seguito una casistica, peraltro non esaustiva, di ciò che robot e software sono attualmente in grado di fare.

lunedì 1 ottobre 2018

Dobbiamo liberare l'umanità dalla “trappola del lavoro”.


I salari nel mondo

Più ci si addentra nello studio del mondo del lavoro e più ci si rende conto di quanto sia caratterizzato da un'eclatante ingiustizia.

Esattamente all'opposto di quanto si possa ingenuamente pensare, nell'odierna società capitalistica, l'orario di lavoro è direttamente proporzionale al livello di sfruttamento subito. 

In altri termini, più si lavora e meno si guadagna!

Mentre per procurarsi i livelli più bassi di retribuzione si devono dedicare 10-12 ore al giorno a delle mansioni ripetitive e logoranti, a mano a mano che si risale la scala sociale il carico di lavoro diminuisce e i compensi aumentano a dismisura, fino ai casi limite in cui si percepisce un reddito cospicuo senza neanche dover lavorare.

Neanche il più stacanovista degli operai riuscirebbe a coprire due turni di lavoro, senza finire in breve tempo all'ospedale, ma quando si tratta di ruoli di alto livello, molto ben retribuiti, come per magia, ciò diventa possibile: questo significa che il carico di lavoro richiesto da quest'ultima tipologia di mansioni è notevolmente inferiore rispetto a quanto imposto ad un normale lavoratore. 

Un esempio su tutti sarà più che sufficiente: in Italia, ha fatto clamore il caso di un super-uomo che aveva cumulato ben 25 cariche di prestigio ricoperte simultaneamente (di cui alcune in conflitto d'interessi). 

Ora, a meno di essere in possesso di un dispositivo in grado di dilatare il tempo, è oltremodo chiara l'impossibilità di svolgere un così gran numero di ruoli in contemporanea. Del resto, pur ipotizzando una giornata lavorativa di 10 ore effettive, si avrebbe un orario di lavoro medio per ogni carica pari a 24 minuti al dì. 

Ipotizzando una settimana lavorativa di 5 giorni per 11 mesi di lavoro all'anno e considerando che il nostro collezionista di poltrone guadagnava (ufficialmente) 1,2 milioni di euro all'anno, ovvero in media 48.000 euro ad incarico, si scopre che la sua retribuzione media per ogni ruolo era prossima ai 220 euro per 24 minuti di lavoro, corrispondenti a 550 euro all'ora!

In pratica ciò che quel soggetto guadagnava in due ore, un normale operaio italiano deve sudarselo lavorando per circa un mese.

domenica 30 settembre 2018

La disoccupazione reale è almeno il doppio rispetto a quella ufficiale!


Disoccupati, inattivi e scoraggiati

In molti non sanno che il tasso di disoccupazione ufficialmente dichiarato è ampiamente sottostimato, perché la definizione utilizzata per fini statistici non rispecchia affatto quel genere di disoccupato che ciascun individuo ha in mente.

Si consideri che per risultare “occupati” è sufficiente aver compiuto una sola ora di lavoro nella settimana di riferimento in cui avviene l'indagine statistica, in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura.  

Inoltre, vengono considerati “occupati” anche tutti quegli individui che prestano almeno un’ora di servizio non retribuito nella ditta di un familiare con cui collaborano abitualmente. 

Ovviamente, sono considerati occupati anche i lavoratori assenti dal lavoro, ad esempio, per ferie o malattia. Un po' meno intuitivamente, risultano occupati anche quegli individui che, pur non lavorando, continuano a percepire almeno il 50% della loro precedente retribuzione (si pensi pure ai cassaintegrati).

Definire “occupato” un soggetto che lavora soltanto qualche ora nella settimana di riferimento dell'indagine statistica è una scelta alquanto discutibile, che però è assai utile ai governi per gonfiare i dati sull'occupazione. 

Ma i trucchi sintattici e semantici per mentire con le statistiche non finiscono qui...

sabato 29 settembre 2018

La schiavitù non è mai stata eliminata: oggi si chiama “lavoro”.


Coordinare le attività creative e produttive dell'umanità per fare in modo che remino nella direzione del benessere collettivo, e non dell'autodistruzione, è già di per sé una questione complessa.

Secondo voi, una specie composta da individui che dedicano così tante energie ad uccidere, danneggiare, distruggere, depredare, sfruttare e arrecare sofferenza a se stessi, agli altri esseri viventi e alla natura, come può aver organizzato il mondo del lavoro?

Nel peggiore dei modi possibili, ovviamente!

Non serve molto per rendersi conto che l’attuale organizzazione del lavoro, oltre ad inseguire dei fini distorti, che non è esagerato definire deleteri, sia caratterizzata da inefficienze ed ingiustizie, che danno luogo a situazioni drammatiche, grottesche e talvolta paradossali.

La mentalità laburista che vede il lavoro come valore in sé, a prescindere dall'analisi degli effetti e dalla reale utilità delle attività lavorative svolte, è tipica della modernità e prosegue disgraziatamente ancora oggi, nella fase storica in cui grazie a delle automazioni sempre più versatili la produttività sta crescendo a dismisura e si potrebbe liberare quasi completamente l'umanità dall'obbligo di lavorare, pur garantendo a tutti i membri della società delle elevate condizioni di benessere materiale.

Si pone così un grande problema sociale, perché se il fine perseguito dal mondo del lavoro è nocivo (ed in effetti oggi lo è), l'accrescimento della produttività, lungi dall'essere un aspetto positivo, finisce per trasformarsi in un catalizzatore del disastro, il cui effetto diviene quello di accelerare il già avanzato processo di declino dell'umanità: quando un treno in corsa si sta dirigendo verso la rovina, non è segno d'intelligenza esultare perché gli ingegneri sono riusciti ad incrementare i cavalli della locomotiva. Bisognerebbe tirare il freno, invece di continuare a premere sull'acceleratore.