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domenica 23 settembre 2018

L'eclatante follia di una società che spreca il 20% del PIL mondiale in: guerre, fumo, alcol, droga e obesità.


Il fumo

Nonostante le campagne di sensibilizzazione, ed in piena consapevolezza che il fumo uccida, nel mondo si contano più di un miliardo di fumatori che consumano 15 miliardi di sigarette al giorno. 

Da un punto di vista statistico, i fumatori vivono in media 10 anni in meno rispetto a chi non fuma, senza considerare la qualità della loro vita, perché un conto è vivere facendo sport e un altro è non riuscire nemmeno a fare le scale senza avere il fiato corto. 

Dall'inizio del 1900 ad oggi, il numero di sigarette consumate è passato da circa 50 miliardi a 6.000 miliardi all'anno. 

Il tabacco è responsabile di un numero di vittime maggiore di quelle provocate da alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. 

Attualmente, il fumo è concausa della morte di ben 6-7 milioni di persone all'anno nel mondo, 650 mila in Europa e 80 mila in Italia. Ma a detta del ministro della salute “il problema” dell'Italia è l'epidemia di morbillo, che nel 2017 ha causato 4 morti.

È stato stimato che nel ventesimo secolo per colpa del fumo siano morte circa 100 milioni di persone e che, se questo vizio continuerà ad essere alimentato, entro la fine del secolo in corso ucciderà circa un miliardo di persone: nemmeno le guerre sono state in grado di arrivare a tanto (almeno non fino ad oggi).

Fin quando non abbandoneremo la logica del profitto l'umanità non riuscirà a liberarsi dalle malattie


Incidenza delle malattie


Quando si ha a che fare con la malattia, le domande più importanti da porsi sono quelle che guardano alle cause, e non agli effetti.

Ad esempio, in ambito sociologico, bisognerebbe chiedersi: come mai gli esseri umani sono così profondamente malati, sia nel corpo che nello spirito? 

Per quale motivo al progredire della conoscenza scientifica e dello sviluppo tecnologico le società più “avanzate” producono un maggior numero di malati?

La sanità italiana è ancora tra le migliori al mondo, ma bisogna parlarne male per privatizzarla meglio


Spese sanitarie

Se c'è una cosa che mi ripugna di più del realizzar profitto sfruttando altri esseri umani, è il far profitto sulle disgrazie dei malati. E che profitto!

Nel 2017, il fatturato mondiale delle industrie farmaceutiche superava i 1.100 miliardi di dollari, con un andamento in forte crescita (circa il 5% annuo), tanto che si prevede che Big Pharma raggiungerà i 1.300 miliardi di fatturato entro il 2020.

Nel 2016, le aziende farmaceutiche nella top 10 mondiale hanno avuto una quota di mercato di circa il 40% del totale, realizzando i seguenti introiti: Pfizer 52,8 mld di dollari; Roche 39,5 mld; Sanofi 35,9 mld; Merck & Co. 35,1 mld; Johnson & Johnson 33,5 mld; Novartis 32,6 mld; Gilead 30 mld; AbbVie 25,6 mld; Asta Zeneca 23 mld e Amgen 23 mld.

Nel suo piccolo, l'industria farmaceutica italiana fattura 30 miliardi di euro all'anno, di cui ben 12 vanno alle 10 aziende più grandi. Tra esse spiccano nelle prime posizioni: Menarini 3,5 mld; Chiesi 1,6 mld; Bracco 1,36 mld; Recordati 1,2 mld e Alfasigma 1 mld.

Com'è facilmente intuibile, con i fatturati, anche la spesa mondiale sanitaria destinata a medicine, strumenti bio-medicali, strutture e stipendi per il personale medico, non solo è aumentata ma lo sta ancora facendo accelerando il passo: +4,1% nel periodo 2017-2021, rispetto al +1,3% del 2012-2016. 

Se nel 2015 la spesa sanitaria mondiale era di poco superiore all'incredibile cifra di 7.000 miliardi di dollari, entro il 2020 sfonderà quota 8.700 miliardi, mentre si prevede che nel 2040 raggiungerà la cifra monstre di 18.000 miliardi di dollari!