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giovedì 26 novembre 2015

Anassimene di Mileto e il soffio che genera la vita.

Rappresentazione artistica della concezione dell'archè secondo la filosofia di Anassimene.

Tratto dal saggio Il Sapere degli Antichi Greci, disponibile in formato cartaceo e digitale al seguente indirizzo, anche in download gratuito.


Anassimene di Mileto (-586; -528), più giovane di Anassimandro e quasi certamente suo discepolo, è il terzo in ordine cronologico di quel gruppo di filosofi naturalisti che, a partire da Talete, incentrarono i loro studi attorno alla ricerca dell'archè, cioè il principio unico di tutte le cose, da cui tutto proviene, dal quale dipendere il funzionamento dell'universo e a cui tutto tornerà. 

Ritratto di Anassimene di Mileto.
È noto che scrisse alcune opere, ma di esse ci giunge un solo frammento, che è il seguente:

«Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero.»

Pretendere di ricostruire la sua filosofia basandoci su queste due righe è chiaramente impossibile, ma per fortuna si può ricorrere a testimonianze successive ed indirette del suo pensiero, tra le quali l'opera di Ippolito Confutazioni delle eresie.

Anassimene realizza una sorta di sintesi tra le concezioni filosofiche dei suoi predecessori.

martedì 24 novembre 2015

Il reddito d'esistenza e le strepitose conseguenze per l'umanità



Tratto dal saggio L'illusione della libertà, disponibile in download gratuito al seguente indirizzo.

Chiamatemi pure folle, utopista o visionario, ma io non riesco a concepire una società che non assicuri a tutti benessere, uguaglianza e libertà.

Mi rattrista il fatto che questa semplice ma potente idea sia ancora ben lungi dal suo compimento.

Viviamo in una società dove per sopravvivere si deve guadagnare denaro, e per farlo, la maggior parte degli individui sono obbligati a subire i ricatti dei detentori di capitale.

Ma allora, come possiamo dirci liberi, se siamo costretti a doverci asservire ad altri esseri umani?

E soprattutto, come si può parlare di libertà, se dobbiamo sacrificare la maggior parte del tempo della vita a causa di una moderna forma di schiavitù, quella del lavoro, che è figlia delle esigenze distorte di un mondo malato di profitto?

All'interno della Società Capitalistica, per molti la libertà si riduce alla possibilità di poter scegliere da chi essere sfruttati tra coloro che a loro volta sceglieranno di sfruttarli, non prima di averli sottoposti a degli appositi test-psicoattitudinali.

Già, perché oggi la possibilità di essere sfruttati per guadagnarsi un reddito per sopravvivere dipende dall'esito di uno stupido test meritocratico.

Una prassi degna del peggior darwinismo sociale.

lunedì 23 novembre 2015

Anassimandro di Mileto e la storia dell'idea più rivoluzionaria, coraggiosa e portentosa del pensiero umano.


Rappresentazione artistica della concezione dell'archè secondo la filosofia di Anassimandro.

Tratto dal saggio Il Sapere degli Antichi Greci, disponibile in formato cartaceo e digitale al seguente indirizzo, anche in download gratuito.


Anassimandro di Mileto (-610; -546) è il secondo filosofo, in ordine cronologico, tra quei pensatori dell'antica Grecia appartenuti alla Scuola di Mileto, noti anche come «Filosofi della natura».

Fu discepolo di Talete e si occupò anch'egli del tema comune a tutti i membri di quella scuola, vale a dire la ricerca di un'unica sostanza primigenia che regola l'universo e ne fornisce il sostegno, dalla quale tutto proviene e tutto tornerà: l'archè.

Bassorilievo di Anassimandro conservato al Museo Nazionale Romano.
Probabilmente si tratta di una copia romana dell'originale greco.
E' la sola immagine di Anassimandro rimasta dall'antichità.

Fu proprio Anassimandro per primo a parlare della sostanza unica in termini di archè, una parola che può essere tradotta dal greco con i termini «principio» e «origine».

Quando si cerca di ricostruire il pensiero di un individuo vissuto più di 2500 anni fa, si incorre in molte difficoltà. Spesso le opere originali sono andate perdute, e se siamo fortunati ci sopraggiungono alcuni frammenti.

Anassimandro non fa eccezione, infatti, di tutta la sua opera, disponiamo di un solo frammento originale che è il seguente:

«Principio delle cose che sono è l’illimitato… donde le cose che sono hanno la generazione, e là hanno anche il dissolvimento secondo la necessità. Infatti esse pagano l’una all’altra la pena e l’espiazione dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo».