Qual è la storia delle sigarette? Perché la sigaretta è così dannosa? Come funziona il meccanismo di dipendenza? Quali sono le principali statistiche inerenti il fumo? Quali sono gli effetti del fumo sulla salute umana? Quali i benefici derivanti dall'abbandono del vizio del fumo? Che conseguenze ha la produzione delle sigarette sulla nostra società? Perché se le sigarette sono così dannose vengono ancora commercializzate? Come possiamo impedire il verificarsi delle deleterie dinamiche associate al tabacco? Se volete trovare le risposte a queste domande, mettetevi comodi e concedetevi una lettura che può letteralmente salvare la vita a moltissimi esseri umani.
Qual è la storia delle sigarette?
L'origine dell'uso del
tabacco è molto antica. Prima che i conquistadores spagnoli
sterminassero la popolazione indigena del nuovo mondo con le loro
armi, ma soprattutto, come spiegato nel saggio “Armi, acciaio e malattie” da Jared Diamond, con le loro malattie, gli Indiani
dell’America Settentrionale impiegavano già da tempo il tabacco
per scopi magico-religiosi, così come i Maya, che lo fumavano in pipe
di pietra o avvolgendo le foglie in involucri fatti con pannocchie di
mais. Gli spagnoli, imitando gli Indios, impararono presto il nuovo
costume. L’uso di “papelitos”, piccoli sigari con tabacco
avvolto su pezzetti di carta, da parte di spagnoli e Creoli, era
segnalato da missionari sin dal 1635 nelle colonie del Centro e del
Sud America. Con il passare del tempo, di ritorno dal nuovo
continente, gli sterminatori, o meglio i conquistadores, riportarono
nelle propria terra d'origine, oltre a mais pomodori e nuovi batteri,
anche il tabacco. Questo non significa che prima di allora nel
vecchio continente non si fumasse, si fumava dell'altro. Gli Ariani
dell'attuale Iran e l'antica popolazione degli Sciti, come
testimoniato dallo storico e viaggiatore greco Erodoto, utilizzavano
semi di canapa, per inalarne fumo passivo. I Sumeri invece, ancor
prima nell'arco temporale, utilizzavano l'oppio in particolari
cerimonie sotto forma di tintura e palline da deglutire ed è
plausibile ritenere che già venisse fumato.
Lo stesso oppio in Estremo Oriente e l'hashish nel Medio Oriente si diffusero già nel medioevo. Il primo divenne una piaga
sociale nella Cina coloniale dove, nella prima metà dell'Ottocento,
si scatenò la famosa guerra dell'Oppio. Nel vecchio mondo, intanto,
Casanova affermava, nelle “Memorie” del 1767, di avere incontrato
in Spagna un fumatore di “sigaritos” realizzati con tabacco del
Brasile avvolto in un foglietto di carta. Le vere “sigarette”
però, come quelle che conosciamo oggi, apparvero in Spagna intorno
agli anni 1825-1830 e venivano chiamate “cigarrito”. Nelle
librerie era possibile acquistare “libretti di carta per
sigarette”, mentre i membri dei ceti più poveri usavano normale carta da
lettere per auto-fabbricarsele. Agli inizi del 1800 il tabacco da fiuto
era molto usato dai francesi. Personaggi come Napoleone, la regina
Carlotta d'Inghilterra e Papa Benedetto XIII, ne facevano regolarmente
uso. L'abitudine di fiutare il tabacco aiutava a distinguere i membri dell'alta classe da quelle più basse, che invece solitamente lo fumavano. In
quel periodo erano diffusi soprattutto il sigaro e la pipa. Le prime
sigarette commerciali, costose e di grandi dimensioni, erano realizzate e
confezionate a mano con tabacchi turchi. In Europa una vera e proprio
diffusione avvenne con la Guerra di Crimea (1854-1856) ad opera dei
soldati inglesi e francesi di ritorno dalla guerra, dove avevano
appreso la tecnica di arrotolare le sigarette imitando i turchi. In
Inghilterra la prima manifattura di sigarette, fatte a mano con
tabacchi orientali e russi, fu aperta nel 1860. Ogni operaio era
seduto davanti ad un tavolo sulla cui superficie era intagliata una
piccola fossa della lunghezza di una sigaretta. Nella fossa era
inserita la carta, con una parte che sporgeva leggermente sopra la
parte superiore liscia del tavolo. Una presa di tabacco triturato era
messa sulla carta, e l’operaio, con una striscia di feltro sul
palmo della mano, strofinava sopra la fossa, afferrando così la
parte sporgente della carta e formando la sigaretta con un agile
movimento di arrotolamento. Le estremità erano poi chiuse con della
colla. Le scorte erano tenute sul tavolo e le sigarette finite erano
rimosse da altri operai; gli impacchettatori afferravano venti
sigarette e le ponevano in rotoli ordinati per racchiuderli in
scatole di carta. Il lavoro di fabbricazione e di confezionamento
risultava molto lento. Si cercarono quindi nuove soluzioni,
impiegando macchine che potevano ridurre il costo della lavorazione al fine di ottenere produzioni su più larga scala. Nel 1880 venne
realizzata una nuova macchina che permetteva di realizzare 200
sigarette al minuto, equivalenti a 96.000 pezzi in 8 ore, in grado di
sostituire il lavoro di circa 48 arrotolatori umani. Ben presto
l'innovazione tecnica portò al crollo dei prezzi di vendita delle sigarette.
Nel 1886 la macchina di William H. Kerr era capace di confezionare
90.000 pacchetti al giorno rispetto ai 600 di una provetta operaia,
nel 1896 la macchina di Kerr e Charles V. Strickland impacchettava,
etichettava, stampava automaticamente e pesava accuratamente ogni
porzione di tabacco.
Erano state gettati le basi per la produzione di massa. Ora bisognava
preparare il mercato, ovvero creare la domanda inducendo il bisogno
al consumo e l'unico modo per farlo era attraverso il marketing e forti
campagne pubblicitarie. Il primo che comprese l'importanza del
duplice connubio fu, James Buchanan Duke considerato una delle
persone che ha contribuito maggiormente a diffondere l'uso delle
sigarette nel mondo. Nel 1880, a 24 anni, Duke aprì una fabbrica di
sigarette a Durham. Negli anni successivi avviò una collaborazione
con James Bonsack, un giovane meccanico che aveva inventato una
macchina per produrre sigarette. L'invenzione di Bonsack, dopo essere
stata perfezionata, consentiva di produrre circa 120 mila sigarette
al giorno, una quantità all'incirca pari a un quinto dell'intera
domanda dell’epoca negli Stati Uniti. Duke dovette quindi cercare
di aumentare il numero dei fumatori. A tal fine sponsorizzò eventi
sportivi, regalò sigarette ai concorsi di bellezza, comprò spazi
pubblicitari sulle riviste e incluse figurine da collezione nei
pacchetti di sigarette. Nel 1889 spese in pubblicità ben 800 mila
dollari, all'incirca 25 milioni di dollari attuali. La strategia fu
azzeccata. Nel 1890 Duke arrivò a coprire il 40% del mercato
americano di sigarette. In quell'anno prese il controllo delle
quattro aziende rivali del settore e fondò l’American Tobacco
Company, un vero e proprio monopolio. Nel 1906 l’azienda fu
condannata per aver violato la legge sull'antitrust e fu costretta
a dividersi in tre diverse aziende. Nel frattempo il suo successo
aumentava: riuscì a espandersi in nuovi paesi, diffondendo
l'abitudine del fumo anche tra le donne. Nell'ottocento infatti le uniche donne abituate a fumare erano le prostitute: Duke capì che per convincere la restante parte di popolazione femminile a fumare bisognava cambiare il significato sociale del fumo e così si affidò a pubblicitari che trasformarono le sigarette in un
simbolo dell’emancipazione femminile. Nei film dei primi decenni del '900 quasi tutti i divi fumavano vistosamente, tanto per dare il buon esempio alle
masse. Belle donne e attori carismatici fumavano per aumentare il fascino del gesto, un fenomeno che non era casuale: si trattava di pubblicità indiretta,
attuata per mezzo di pagamenti elargiti dalle aziende del tabacco.
Non fu solo la pubblicità a diffondere l'uso delle sigarette, ma
anche la guerra. Le razioni militari assegnate in diverse nazioni ai
soldati arruolati per combattere nella prima guerra mondiale
comprendevano sigarette, in questo modo la produzione triplicò dal
1914 al 1919. Di ritorno dai conflitti i soldati divennero
consumatori abituali perché avevano sviluppato la tipica forma di dipendenza da nicotina. La medesima dinamica avvenne durante il secondo
conflitto mondiale. Successivamente le sigarette divennero prodotti
utilizzai dai governi per finanziarsi attraverso le tasse. Negli anni
Cinquanta e Sessanta, con la scusa del realismo, attori, cantanti, e
scrittori comparivano con la sigaretta a teatro, al cinema e anche in
televisione. I film fecero di nuovo la loro parte. Sylvester Stallone
ricevette 500 mila dollari per fumare in cinque film, compresi un
paio di Rocky e Rambo, Paul Newman un’auto da 42 mila dollari per
qualche tirata in Harry & Son, Sean Connery gioielli per 12 mila
dollari per un paio di scene in Mai dire mai, non fece eccezione
neanche Sharon Stone in Basic Instinct. Il fumo dall'usanza sacra ed estemporanea d'un
tempo, era diventando un vizio quotidiano di massa in grado di generare eclatanti profitti.
Fonti:
- La storia della sigaretta di Giampietro Diana, pdf disponibile qui.
- Focus: "Storia di un vizio mortale" 29 maggio 2013 di Antonio Capone.
- Wikipedia:
- Repubblica.it: "Negare sempre, negare tutto. Big Tobacco e la disinformazione" di Riccardo Staglianò.
- Il post: L’uomo che ha inventato le sigarette.
Quali sono le statistiche più significative inerenti il fumo?
Il numero di uomini e
donne che fumano tutti i giorni è passato dai 721 milioni del 1980
ai 967 milioni del 2012, con un +41% tra i maschi e un +7% tra le
donne. L'americana
Altria (la nuova denominazione di Philip Morris dopo lo spinoff del
2008) e la controllata Philip Morris International; la giapponese
Japan Tobacco e le britanniche British American Tobacco e l'Imperial
Tobacco con la non quotata China National Tobacco, si spartiscono
oltre l'80% del mercato mondiale della sigaretta. Messi insieme
macinano 25 miliardi di dollari di utili netti all'anno, su un giro
d'affari di 147,4 miliardi di dollari. Al contempo, i lauti profitti delle multinazionali del tabacco
sono gravati dal più importante fattore di rischio quando si parla
dell'insorgenza dei tumori: quello derivante dal fumo,
appunto. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, un terzo delle
morti per cancro e il 15% circa di tutti i decessi che avvengono per
qualunque altra causa nel nostro paese sono attribuibili agli effetti
del fumo. In particolare, il fumo è responsabile dell'incidenza di
circa il 90% dei casi di tumore al polmone, che per sua
natura sarebbe molto rara. Il 60-70% dei tumori della laringe, della
cavità orale, dell'esofago, della vescica, dei reni sono
attribuibili alla sigaretta, che è sempre più spesso implicata
nella genesi di molti altri tumori comuni, da quello del seno a
quello del colon, dal tumore del pancreas a quello dello stomaco. Tra le principali cause di mortalità evitabile, il fumo
rappresenta senza ombra di dubbio la principale, in grado di portare
al decesso prematuro, solo negli Stati Uniti, più di 400.000 persone
all'anno, che diventano 6 milioni se si estende il dato a tutto il mondo. Scopriamo così che sulla coscienza degli azionisti delle
grandi multinazionali del tabacco gravano 25 miliardi/6 milioni ovvero 4.150 dollari di utile per ogni morte evitabile verificatasi a causa del
consumo del prodotto commercializzato dalle aziende sulle quali hanno
deciso di investire.
Fonti:
- Corriere della sera: "Un miliardo di fumatori nel mondo", rapporto del 8 Gennaio 2014.
- Il sole 24 ore:
- "Quanto vale il mercato della sigaretta? Tutti i numeri di un business che fa milioni di morti e miliardi di utili", 3 Febbraio 2014 di Andrea Franceschi.
- "Tutti contro il fumo", 01 Giugno 2013 di Cosimo Colasanto.
- AIRC: Le cause del cancro/stili di vita/fumo.
- Wikipedia: Tabella delle morti evitabili.
Perché le sigarette sono così pericolose?
Il
fumo inalato durante la combustione contiene oltre 4.000 molecole che
si rivelano in gran parte dannose per la salute umana. Tra le
sostanze isolate nel fumo di sigaretta ne sono state classificate 69
cancerogene tra cui 10 specie di idrocarburi policiclici aromatici
(IPA), l'acroleina, 10 specie di nitrosammine e ulteriori 11
composti, anche radiogenici come il polonio-210, tutti appartenenti
allo categoria “IARC group 1”, ovvero quella dei carcinogeni
umani certi. L'acroleina è la stessa sostanza, tossica per il fegato
ed irritante per la mucosa gastrica, che viene prodotta dalla
disidratazione del glicerolo durante la frittura dei cibi effettuata
oltre il punto di fumo dell'olio, solo che nelle sigarette
è presente in forma gassosa. Vi è presente anche l'arsenico, che oltre a
danneggiare il cuore e i suoi vasi sanguigni, può causare il cancro.
In passato composti a base di arsenico hanno trovato impiego come
erbicidi ed insetticidi. Si può ritrovare il benzene, un composto
chimico utilizzato come antidetonante nella benzina, che è
riconosciuto come causa di cancro e leucemia. Sono presenti il
cadmio, un metallo utilizzato anche nelle batterie; la formaldeide, un battericida usato per preservare i tessuti durante i processi d'imbalsamazione; il cromo, utilizzato nella produzione di smalti e vernici; l'idrazina, impiegata come combustibile per missili e per razzi, tutte sostanze tossiche, irritanti e/o cancerogene. Tra le principali sostante irritanti presenti nel fumo
di sigaretta ritroviamo oltre alle già citate acroleina e
formaldeide anche l'acetaldeide, l'acido cianidrico e l'ammoniaca che
causano danni immediati alla mucosa delle vie respiratorie, provocando inoltre tosse, eccesso di muco e che può condurre a bronchite cronica o enfisema. E' presente anche
catrame che irrita le vie respiratorie, ingiallisce i denti,
contribuisce all'alito cattivo e alla sensazione di amaro in bocca.
Il fumo sprigiona monossido di carbonio, un gas tossico che
interferisce con il trasporto dell'ossigeno da parte del sangue e con
il suo utilizzo a livello cellulare. Per ultimo,
non per ordine d'importanza, arriviamo al composto organico
responsabile del meccanismo di dipendenza dal fumo di sigarette: la
nicotina.
Fonti:
- Focus: "Dieci sostanze killer presenti nelle sigarette", 30 Maggio 2013 di Elisabetta Intini.
- AIRC: "Che cosa s'inala con il fumo di sigaretta?".
- Wikipedia:
Come funziona il meccanismo di dipendenza dal fumo di sigaretta?
Per
prima cosa è bene ricordare che la nicotina è un composto stupefacente, come sottolineato anche dall'Unità di Tabaccologia presso la Sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica.
Non appena questa sostanza entra nel corpo viene rapidamente diffusa
dalla circolazione sanguigna tramite la quale arriva al sistema
nervoso. Giungendo al cervello, in basse concentrazioni, aumenta
l'attività dei recettori dell'acetilcolina, comportando un aumento
della produzione di adrenalina, un ormone stimolante. Oltre a ciò,
la nicotina aumenta il livello di dopamina, generando una sensazione
di piacere con un meccanismo analogo a quello innescato dalla
cocaina. La dipendenza fisica da nicotina è legata anche alla
necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina.
Inoltre, molti alcaloidi presenti nel tabacco sono potenti inibitori
delle monoamino ossidasi (MAO), un enzima che metabolizza serotonina
e catecolamine come l'adrenalina, noradrenalina, melatonina e
dopamina necessarie per il mantenimento di un normale equilibrio
fisico e dell’umore. Le sigarette quindi, non solo stimolerebbero i
neuroni dopaminergici a liberare dopamina, ma ne limiterebbero anche
la sua degradazione enzimatica. Secondo molti l'inibizione delle MAO
contribuirebbe a rendere la dipendenza da nicotina ancora più
difficile da eliminare. I consumatori abituali di nicotina sviluppano una forte dipendenza
psichica dalla sostanza, simile alla dipendenza generata da altre
droghe, alla quale si aggiunge una più o meno forte dipendenza
fisica. Ecco perché la nicotina viene definita come una droga. La
nicotina causa assuefazione, con il consequenziale bisogno di
aumentare progressivamente le dosi. Benché la quantità di nicotina inalata tramite il fumo di tabacco sia piuttosto piccola è comunque sufficiente a creare dipendenza. Interrompere improvvisamente
l'assunzione di nicotina può generare una sindrome astinenziale:
psicologicamente si prova un senso di vuoto e irrequietezza,
fisicamente invece i sintomi sono più lievi. I
sintomi dell'astinenza manifestano un picco tra le 48 e le 72 ore. In
genere l'organismo impiega 3 settimane per disintossicarsi
completamente dalla nicotina. La fase di disintossicazione da
nicotina richiede un grande impegno da parte del fumatore per smettere ed evitare di ricominciare a fumare; alcuni arrivano ad affermare che la nicotina induca una dipendenza perfino maggiore di
quella dell'eroina.
Fonti:
- Unità di Tabaccologia presso la Sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica: "La nicotina"
- Pfizer: "Fumo: Vero o Falso?".
- Wikipedia:
Quali sono i principali effetti del fumo di sigaretta sulla salute umana?
Il vizio del fumo aumenta il
rischio di molti tipi di tumore. Nei fumatori il carcinoma polmonare
ha una frequenza notevolmente superiore a quella riscontrata nei non
fumatori, tant'è che 9 manifestazioni su 10 possono essere
ricondotte alla cattiva abitudine del fumo. Elevato è anche il
rischio di tumore al rene e alla vescica, in quanto le sostanze
cancerogene del tabacco vengono eliminate attraverso i reni e
ristagnano con l'urina. Il fumo aumenta il rischio di tumori del cavo
orale e della gola, del pancreas, del colon, dell'esofago e di alcune
leucemie.
Per quanto riguarda l'apparato respiratorio si può osservare
un'irritazione delle prime vie aeree, un aumento del muco, una
bronchite acuta, poi cronica ed infine enfisema polmonare.
Il fumo aumenta inoltre l'incidenza di infezioni delle
vie respiratorie e dell'asma. Fumare 20 sigarette al giorno aumenta
il rischio di contrarre la tubercolosi da 2 a 4 volte. A carico
dell'apparato cardiocircolatorio si può osservare un aumento della
pressione arteriosa. Il monossido di carbonio, legandosi
all'emoglobina, riduce la capacità del sangue di trasportare
l'ossigeno, comportando un minore nutrimento per i tessuti responsabile dell'invecchiamento precoce, della caduta dei capelli e
dell'ingiallimento della pelle. Il fumo aumenta la possibilità di
malattie cardiache quali ictus, arteriosclerosi e malattie vascolari
periferiche. L'infarto può essere causato dai piombi presenti nel
tabacco che restringono i vasi sanguigni, aumentando la possibilità
di avere un attacco di cuore. Nei fumatori i livelli di colesterolo tendono ad
aumentare, peggiorando anche il rapporto tra colesterolo
buono e cattivo. Il fumo aumenta anche i livelli di fibrinogeno e di
piastrine, rendendo il sangue più viscoso. I fumatori presentano un
rischio maggiore di sviluppare varie forme di arteriosclerosi. I
problemi circolatori causati dal fumo possono contribuire
all'impotenza nell'uomo, al declino mentale e all'invecchiamento
precoce della pelle. A causa del fumo si può riscontrate inoltre
caduta di capelli, ingiallimento dei denti e della pelle. I medici
raccomandano che in gravidanza ci si astenga dal fumare, perché il
tabagismo può influire negativamente sullo sviluppo del feto. Dopo un minuto di fumo, la frequenza cardiaca inizia a salire, aumentando fino al 30% nei primi 10 minuti. A distanza di qualche minuto dall'assunzione di fumo di tabacco si verifica un incremento del 15% circa della secrezione dell'acido cloridrico da parte della mucosa gastrica, che potrebbe essere la ragione per cui il desiderio di sigaretta aumenta dopo i pasti. Anche
il fumo passivo nuoce alla salute. Le persone esposte abitualmente al
fumo passivo presentano un rischio di cancro e malattie cardiache
superiore alla media. I non fumatori che vivono o lavorano a fianco
di un fumatore, che non si allontanano quando accende la sigaretta,
hanno il 25% di probabilità in più di ammalarsi di tumore al
polmone o di malattie del cuore rispetto a chi non è esposto al fumo
passivo. I bambini esposti al fumo passivo corrono un rischio
superiore ai loro coetanei di andare incontro a bronchiti, polmoniti,
attacchi di asma, otiti e meningiti. Per i neonati, aumenta il
pericolo di morte in culla.
Fonti:
- www.MyPersonalTrainer.it :
- AIRC:
- In che modo le sostanze contenute nel fumo favoriscono lo sviluppo dei tumori?".
- "Perché smettere di fumare?".
- Wikipedia: Effetti del tabagismo sulla salute.
Quali sono i vantaggi sulla salute umana derivanti dall'abbandono dell'uso della sigaretta?
Dopo 20
minuti la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tornano nella
norma.
Dopo 24 ore
i polmoni cominciano a ripulirsi dal muco e dai depositi lasciati dal
fumo.
Dopo 2
giorni l'organismo si è liberato dalla nicotina e ricomincia a
recuperare gusto e olfatto.
Dopo 3
giorni si comincia a respirare meglio e si recupera energia.
Dopo 2-12
settimane la circolazione del sangue migliora.
Dopo 3-9
mesi il miglioramento nella respirazione si fa più marcato, tosse e
sibili si riducono.
Dopo 1 anno
il rischio cardiovascolare si è dimezzato rispetto a quello di chi
continua a fumare.
Dopo
10 anni il rischio di tumore del polmone in molti casi è tornato
pari a quello di chi non ha mai fumato o comunque è dimezzato.
Una ricerca iniziata negli anni '50 e proseguita fino al 2000, ha
permesso di stabilire l'impatto del fumo di tabacco sulla salute
umana, mostrando che statisticamente i non fumatori hanno una
prospettiva di vita superiore di circa 10 anni rispetto ai fumatori.
Non ci sono solo vantaggi sulla salute, ma anche risparmi economici.
Se consideriamo un costo per un pacchetto da 20 sigarette di 4€,
chi fuma in media 10 sigarette al giorno, può risparmiare 60 € al
mese, che sono 720 € all'anno ovvero 3.650 € ogni 5 anni. Per
calcolare rapidamente quanto può risparmiare un fumatore si può
visitare il seguente link. Per ultimo esiste anche una questione estetica. Denti gialli,
alito cattivo, macchie di nicotina sulle dita, pelle spenta e abiti
spesso impregnati di un odore sgradevole sono tutte caratteristiche
che contraddistinguono un fumatore. Smettere di fumare può quindi
migliorare anche il proprio aspetto e la propria vita relazionale.
Fonti:
- AIRC: "Cosa succede smettendo di fumare?".
- Sole 24 ore: "I giovani che fumano? Vivono 10 anni di meno" 19 settembre 2012.
Esistono conseguenze negative del fumo non necessariamente legate all'insorgenza di malattie?
Sì, il fumo
non ha conseguenze negative solo sulla salute dei fumatori, attivi o
passivi che siano. Nella giornata mondiale senza tabacco, promossa
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità tenutasi nel 2004, sono
state diffuse alcune informazioni molto interessanti a tal proposito. Nel mondo 2.5
milioni di ettari di foreste vengono sacrificate ogni anno per
produrre ed essiccare il tabacco. Nei Paesi in via di sviluppo circa
il 5% del disboscamento generale è dovuto alla coltura del tabacco.
Il Malawi in Africa ha già distrutto un terzo delle sue foreste,
mentre la Tanzania abbatte il 12% dei suoi alberi ogni anno per
soddisfare la produzione del tabacco. La deforestazione accelera la
distruzione del suolo, porta alla desertificazione, mette a rischio
numerose specie animali, e mette in crisi intere comunità locali,
che vivono e lavorano in quelle zone. Nelle colture di tabacco
vengono applicati pesticidi, fertilizzanti e antiparassitari che
provocano l’avvelenamento dei suoli, delle acque e degli animali.
Si possono inoltre verificare intossicazioni nell’uomo nelle aree
in cui i pesticidi vengono usati più frequentemente, con un
aumentano delle nascite di neonati con malformazioni. Le sostanze
chimiche utilizzate uccidono gli insetti che si cibano di larve di
zanzare responsabili della diffusione della malaria, provocando un
riacutizzarsi della malattia.
Si stima che in alcuni dei principali paesi coltivatori che sono
Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Malawi e Zimbabwe le
percentuali più elevate di lavoro minorile si collochino proprio
nelle industrie del tabacco. In quelle zone, un cifra prossima al 70%
dei bambini si occupa a tempo pieno o parziale della lavorazione del
tabacco.
Fonte:
- Giornata mondiale senza tabacco promossa dall'OMS:
- "Tabacco e ambiente", Pdf disponibile qui.
- "Tabacco e sfruttamento minorile", Pdf disponibile qui.
Perché nonostante siano così dannose le sigarette vengono ancora commercializzate in tutto il mondo?
Viviamo
in una società malata. No, non mi riferisco agli effetti dovuti
all'uso del tabacco. Un'anomala malattia porta all'attuazione ed alla
giustificazione di comportamenti riprovevoli, come la produzione e la
commercializzazione consapevole di prodotti dannosi per la salute
umana e per l'ambiente. La nostra società è malata di profitto e la
sigaretta né rappresenta l'ennesimo emblema. Nei processi che la
coinvolgono possiamo ritrovare i principali tratti caratteristici che
scaturiscono dall'obiettivo di raggiungere il profitto ad ogni costo. Si realizza un prodotto futile e dannoso, sfruttando altri esseri umani nelle
piantagioni, deturpando ed inquinando l'ambiente, al fine di ottenere
materia prima al minor prezzo possibile. Attraverso potenti campagne
pubblicitarie e di marketing, s'induce artificiosamente nella massa il bisogno al consumo. Si commercializza consapevolmente un prodotto
che sfrutta un potente meccanismo di dipendenza psicofisico, e si
continua a mantenere in essere il processo, incuranti del
fatto che l'utilizzo di quel prodotto rappresenta la prima causa
sulla lista delle mortalità evitabili presenti nel mondo, solo ed
esclusivamente per ottenere un profitto. Chi realizza utile
dal commercio delle sigarette, porta un pesante fardello sulle
proprie spalle: quello di 100 milioni di morti evitabili avvenute nel
XX secolo. Nella società capitalistica la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani si trasformano in miliardi di
dollari di utili. La verità sulla pericolosità del fumo è nota da tempo,
tant'è che già durante gli anni trenta, perfino il regime Nazista,
intuendo che le spese da sostenere per le cure da patologie da fumo
fossero inutili e gravose per il governo, rivolse la sua attenzione
al tabacco, dichiarando il fumo primo nemico dello stato e
sviluppando all'occorrenza un'aggressiva campagna contro la malsana
abitudine. Negli Stati Uniti il biologo Raymond Pearl aveva dimostrato gli
effetti negativi del fumo di tabacco già nel 1938. Nel 1962 vengono
pubblicati in Gran Bretagna dal Royal College of Physicians studi che
individuano il fumo di sigaretta come causa di cancro ai polmoni, di
bronchite e che stabilivano una probabile relazione con l'insorgenza
di malattie cardiovascolari. Analogamente in America, nel 1964 nel
rapporto Smoking and Health redatto dal National Institute of
Health, affermava che cancro e bronchite cronica erano correlati in
modo causale al fumo di sigarette. Da più di mezzo secolo si
conoscono i danni delle sigarette, ma le grandi multinazionali
intente ad assicurarsi profitto non si fecero scrupoli avventurandosi
in apposite campagne negazioniste e disinformative, come quella
attuata da Big Tobacco.
Nell'aprile del 1994 i vertici di sette multinazionali del tabacco
giurano davanti a una commissione del congresso americano che la
nicotina non produce assuefazione.
Nel '98 i vertici delle multinazionali ammisero per la prima volta,
che la nicotina generava assuefazione e che il fumo poteva causare il
cancro. Negli anni recenti, molte sentenze hanno condannato le
compagnie del tabacco a pagare per i danni legati al fumo. Ma mentire
per il profitto è normale nell'odierna società, perlomeno fin
quando non diventa meno conveniente che dire la verità. Mi domando: in un mondo dove anche le cure mediche rispondono alle logiche di
profitto, che interesse c'è nel ridurre l'incidenza delle malattie?
Pensateci, le aziende del tabacco realizzano profitto
commercializzando un prodotto che induce un problema di salute nel
lungo termine. Sottovalutando gli effetti che probabilmente li
colpirà in futuro, visto che un fumatore su due muore per cause
inerenti al fumo, il consumatore appagherà il suo desiderio
indotto, diventando dipendente. La dipendenza fidelizza al consumo
garantendo utili per anni. Nel mentre chi si ammala a causa del
fumo è costretto a ricorrere alle cure mediche commercializzate da
altre aziende private. Così facendo anche chi specula sulla vendita
dei medicinali realizzerà un profitto che altrimenti non sarebbe
stato possibile. Il costo per 6 cicli di chemioterapia, varia da 1200€ circa a 5500€ a seconda dei prodotti
utilizzati. In che modo allora un'azienda privata che realizza utile
dalla vendita di prodotti per curare il cancro potrebbe essere
avvantaggiata da attività volte alla riduzione del suo manifestarsi? Chi riceve utile investendo sulle multinazionali che realizzano
costosi chemioterapici, non è assolutamente interessato a far sì che
vengano intraprese dinamiche atte a diminuire l'incidenza, perché è
evidente che in quel modo causerebbe una diminuzione dei dividendi dei propri azionisti.
Lo stesso dicasi per chi realizza utile dal tabacco: se l'obiettivo
non fosse esclusivamente il profitto, dal momento che tutti sanno che quell'attività è dannosa sia per l'uomo che per l'ambiente,
potrebbero semplicemente decidere di smettere di produrlo. Invece no,
non lo fanno e continuano imperterriti per non veder scemare la
possibilità di realizzare utile attraverso la commercializzazione di
un prodotto molto redditizio. Chi investe nel settore delle sigarette
è interessato solo all'utile, così come chi lo fa per i medicinali
che senza la commercializzazione delle sigarette rimarrebbero
invenduti. Al contempo però, il fumatore è appagato dal prodotto che
utilizza quotidianamente, perché allora vorreste interrompere un
meccanismo così virtuoso di generazione di profitto? Perché nel
suo complesso è pura follia, scaturita esclusivamente dalla vera
malattia che affligge la nostra società: l'inseguimento ossessivo
del profitto. Comprendiamo che contrapporsi alle dinamiche inerenti il fumo rappresenta un passo importante per iniziare a migliorare la nostra
società.
Fonti:
- Repubblica:
- "OMS, il fumo fa quasi 6 milioni di morti l'anno".
- "Negare sempre, negare tutto".
- "Fumo, mezzo secolo di cause".
- "Il lato oscuro dell'oncologia" di Marcello Pamio.
- Wikipedia: "Il movimento anti tabacco della Germania Nazista"
Come possiamo interrompere le dannose dinamiche sociali inerenti l'uso del tabacco?
Sperare
che la soluzione arrivi dall'alto è una pia illusione. Chi trae
vantaggio dal meccanismo farà di tutto pur di mantenerlo in essere, perché i meccanismi di profitto presentano una forte inerzia dovuta
all'attaccamento al profitto maturato da chi trae vantaggio dalla
loro applicazione. La soluzione definitiva non potrebbe arrivare neanche dagli stati, perché anche se decidessero di smetterla di
finanziarsi monopolizzando il tabacco, o improvvisamente aumentassero
notevolmente le accise al fine di limitare le vendite, il mercato
nero tenterebbe di fiorire per sostituirsi a quello legale, così
come avviene per le droghe. Allora che fare? Per trovare la soluzione
bisogna chiederci chi si avvantaggia di più dall'interruzione delle
dinamiche legate al fumo? Le sigarette non vengono commercializzate
per soddisfare un reale bisogno dell'umanità, ma per appagare un
bisogno indotto dall'esigenza di profitto di una minoranza, un falso bisogno che è ottenuto sfruttando altri esseri umani,
compromettendo l'ambiente e causando la sofferenza e la morte
prematura di milioni di esseri umani. Del resto, come abbiamo avuto
modo di capire, smettere di fumare presenta dei notevoli vantaggi per
il fumatore, sia dal punto di vista della salute che dal punto di
vista economico. Tra i soggetti presi in esame,
produttori-investitori, stati e consumatori, non sono di certo le
aziende ed i loro investitori ad avvantaggiarsi dall'interruzione di
queste dinamiche, né gli stati, bensì i fumatori: sono loro che
potrebbero ottenere il maggior vantaggio dall'abbandono del vizio del
fumo. A questo punto ci resta solo una possibilità: che la soluzione
arrivi dal basso. Perché allora non contribuiamo a migliorare noi
stessi, l'ambiente e la nostra società smettendo di fumare ed
aiutando gli altri nel farlo? Il fumatore racchiude la chiave per
spezzare definitivamente le deleterie dinamiche inerenti il fumo,
perché senza domanda non ci sarebbe consumo né malattie derivanti
dall'uso di sigarette, senza consumo non ci sarebbe più produzione e senza produzione non ci sarebbe più né lo sfruttamento umano né l'impatto ambientale correlati.
Concludo quindi con un appello rivolgendomi a tutti gli esseri umani:
ponete voi stessi la parola fine allo sfruttamento ed all'inquinamento dovuti alla produzione del tabacco; fermate la morte e la sofferenza legate alle malattie correlate al fumo; migliorate la vostra salute e quella di chi vi circonda, avete tutto il potere per far cessare definitivamente questa follia sociale, sin da ora, semplicemente smettendo di fumare ed invitando gli altri a compiere il medesimo gesto.
Mirco Mariucci
Concludo quindi con un appello rivolgendomi a tutti gli esseri umani:
ponete voi stessi la parola fine allo sfruttamento ed all'inquinamento dovuti alla produzione del tabacco; fermate la morte e la sofferenza legate alle malattie correlate al fumo; migliorate la vostra salute e quella di chi vi circonda, avete tutto il potere per far cessare definitivamente questa follia sociale, sin da ora, semplicemente smettendo di fumare ed invitando gli altri a compiere il medesimo gesto.
Mirco Mariucci
Il fumo uccide milioni di persone al mondo ogni anno causando malattie come: il cancro ai polmoni e i disturbi cardiovascolari. Per questo motivo sostituire le sigarette classiche con quelle elettroniche è un'ottima scelta, in grado di salvare tante vite umane. Complimenti per il blog!
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