Scarica i libri di Mirco Mariucci qui...



sabato 23 agosto 2014

Smettere di fumare, perché no? I danni derivanti dall'uso delle sigarette a persone, ambiente e società.

Qual è la storia delle sigarette? Perché la sigaretta è così dannosa? Come funziona il meccanismo di dipendenza? Quali sono le principali statistiche inerenti il fumo? Quali sono gli effetti del fumo sulla salute umana? Quali i benefici derivanti dall'abbandono del vizio del fumo? Che conseguenze ha la produzione delle sigarette sulla nostra società? Perché se le sigarette sono così dannose vengono ancora commercializzate? Come possiamo impedire il verificarsi delle deleterie dinamiche associate al tabacco? Se volete trovare le risposte a queste domande, mettetevi comodi e concedetevi una lettura che può letteralmente salvare la vita a moltissimi esseri umani.

Qual è la storia delle sigarette? 


L'origine dell'uso del tabacco è molto antica. Prima che i conquistadores spagnoli sterminassero la popolazione indigena del nuovo mondo con le loro armi, ma soprattutto, come spiegato nel saggio “Armi, acciaio e malattie” da Jared Diamond, con le loro malattie, gli Indiani dell’America Settentrionale impiegavano già da tempo il tabacco per scopi magico-religiosi, così come i Maya, che lo fumavano in pipe di pietra o avvolgendo le foglie in involucri fatti con pannocchie di mais. Gli spagnoli, imitando gli Indios, impararono presto il nuovo costume. L’uso di “papelitos”, piccoli sigari con tabacco avvolto su pezzetti di carta, da parte di spagnoli e Creoli, era segnalato da missionari sin dal 1635 nelle colonie del Centro e del Sud America. Con il passare del tempo, di ritorno dal nuovo continente, gli sterminatori, o meglio i conquistadores, riportarono nelle propria terra d'origine, oltre a mais pomodori e nuovi batteri, anche il tabacco. Questo non significa che prima di allora nel vecchio continente non si fumasse, si fumava dell'altro. Gli Ariani dell'attuale Iran e l'antica popolazione degli Sciti, come testimoniato dallo storico e viaggiatore greco Erodoto, utilizzavano semi di canapa, per inalarne fumo passivo. I Sumeri invece, ancor prima nell'arco temporale, utilizzavano l'oppio in particolari cerimonie sotto forma di tintura e palline da deglutire ed è plausibile ritenere che già venisse fumato. Lo stesso oppio in Estremo Oriente e l'hashish nel Medio Oriente si diffusero già nel medioevo. Il primo divenne una piaga sociale nella Cina coloniale dove, nella prima metà dell'Ottocento, si scatenò la famosa guerra dell'Oppio. Nel vecchio mondo, intanto, Casanova affermava, nelle “Memorie” del 1767, di avere incontrato in Spagna un fumatore di “sigaritos” realizzati con tabacco del Brasile avvolto in un foglietto di carta. Le vere “sigarette” però, come quelle che conosciamo oggi, apparvero in Spagna intorno agli anni 1825-1830 e venivano chiamate “cigarrito”. Nelle librerie era possibile acquistare “libretti di carta per sigarette”, mentre i membri dei ceti più poveri usavano normale carta da lettere per auto-fabbricarsele. Agli inizi del 1800 il tabacco da fiuto era molto usato dai francesi. Personaggi come Napoleone, la regina Carlotta d'Inghilterra e Papa Benedetto XIII, ne facevano regolarmente uso. L'abitudine di fiutare il tabacco aiutava a distinguere i membri dell'alta classe da quelle più basse, che invece solitamente lo fumavano. In quel periodo erano diffusi soprattutto il sigaro e la pipa. Le prime sigarette commerciali, costose e di grandi dimensioni, erano realizzate e confezionate a mano con tabacchi turchi. In Europa una vera e proprio diffusione avvenne con la Guerra di Crimea (1854-1856) ad opera dei soldati inglesi e francesi di ritorno dalla guerra, dove avevano appreso la tecnica di arrotolare le sigarette imitando i turchi. In Inghilterra la prima manifattura di sigarette, fatte a mano con tabacchi orientali e russi, fu aperta nel 1860. Ogni operaio era seduto davanti ad un tavolo sulla cui superficie era intagliata una piccola fossa della lunghezza di una sigaretta. Nella fossa era inserita la carta, con una parte che sporgeva leggermente sopra la parte superiore liscia del tavolo. Una presa di tabacco triturato era messa sulla carta, e l’operaio, con una striscia di feltro sul palmo della mano, strofinava sopra la fossa, afferrando così la parte sporgente della carta e formando la sigaretta con un agile movimento di arrotolamento. Le estremità erano poi chiuse con della colla. Le scorte erano tenute sul tavolo e le sigarette finite erano rimosse da altri operai; gli impacchettatori afferravano venti sigarette e le ponevano in rotoli ordinati per racchiuderli in scatole di carta. Il lavoro di fabbricazione e di confezionamento risultava molto lento. Si cercarono quindi nuove soluzioni, impiegando macchine che potevano ridurre il costo della lavorazione al fine di ottenere produzioni su più larga scala. Nel 1880 venne realizzata una nuova macchina che permetteva di realizzare 200 sigarette al minuto, equivalenti a 96.000 pezzi in 8 ore, in grado di sostituire il lavoro di circa 48 arrotolatori umani. Ben presto l'innovazione tecnica portò al crollo dei prezzi di vendita delle sigarette. Nel 1886 la macchina di William H. Kerr era capace di confezionare 90.000 pacchetti al giorno rispetto ai 600 di una provetta operaia, nel 1896 la macchina di Kerr e Charles V. Strickland impacchettava, etichettava, stampava automaticamente e pesava accuratamente ogni porzione di tabacco. Erano state gettati le basi per la produzione di massa. Ora bisognava preparare il mercato, ovvero creare la domanda inducendo il bisogno al consumo e l'unico modo per farlo era attraverso il marketing e forti campagne pubblicitarie. Il primo che comprese l'importanza del duplice connubio fu, James Buchanan Duke considerato una delle persone che ha contribuito maggiormente a diffondere l'uso delle sigarette nel mondo. Nel 1880, a 24 anni, Duke aprì una fabbrica di sigarette a Durham. Negli anni successivi avviò una collaborazione con James Bonsack, un giovane meccanico che aveva inventato una macchina per produrre sigarette. L'invenzione di Bonsack, dopo essere stata perfezionata, consentiva di produrre circa 120 mila sigarette al giorno, una quantità all'incirca pari a un quinto dell'intera domanda dell’epoca negli Stati Uniti. Duke dovette quindi cercare di aumentare il numero dei fumatori. A tal fine sponsorizzò eventi sportivi, regalò sigarette ai concorsi di bellezza, comprò spazi pubblicitari sulle riviste e incluse figurine da collezione nei pacchetti di sigarette. Nel 1889 spese in pubblicità ben 800 mila dollari, all'incirca 25 milioni di dollari attuali. La strategia fu azzeccata. Nel 1890 Duke arrivò a coprire il 40% del mercato americano di sigarette. In quell'anno prese il controllo delle quattro aziende rivali del settore e fondò l’American Tobacco Company, un vero e proprio monopolio. Nel 1906 l’azienda fu condannata per aver violato la legge sull'antitrust e fu costretta a dividersi in tre diverse aziende. Nel frattempo il suo successo aumentava: riuscì a espandersi in nuovi paesi, diffondendo l'abitudine del fumo anche tra le donne. Nell'ottocento infatti le uniche donne abituate a fumare erano le prostitute: Duke capì che per convincere la restante parte di popolazione femminile a fumare bisognava cambiare il significato sociale del fumo e così si affidò a pubblicitari che trasformarono le sigarette in un simbolo dell’emancipazione femminile. Nei film dei primi decenni del '900 quasi tutti i divi fumavano vistosamente, tanto per dare il buon esempio alle masse. Belle donne e attori carismatici fumavano per aumentare il fascino del gesto, un fenomeno che non era casuale: si trattava di pubblicità indiretta, attuata per mezzo di pagamenti elargiti dalle aziende del tabacco. Non fu solo la pubblicità a diffondere l'uso delle sigarette, ma anche la guerra. Le razioni militari assegnate in diverse nazioni ai soldati arruolati per combattere nella prima guerra mondiale comprendevano sigarette, in questo modo la produzione triplicò dal 1914 al 1919. Di ritorno dai conflitti i soldati divennero consumatori abituali perché avevano sviluppato la tipica forma di dipendenza da nicotina. La medesima dinamica avvenne durante il secondo conflitto mondiale. Successivamente le sigarette divennero prodotti utilizzai dai governi per finanziarsi attraverso le tasse. Negli anni Cinquanta e Sessanta, con la scusa del realismo, attori, cantanti, e scrittori comparivano con la sigaretta a teatro, al cinema e anche in televisione. I film fecero di nuovo la loro parte. Sylvester Stallone ricevette 500 mila dollari per fumare in cinque film, compresi un paio di Rocky e Rambo, Paul Newman un’auto da 42 mila dollari per qualche tirata in Harry & Son, Sean Connery gioielli per 12 mila dollari per un paio di scene in Mai dire mai, non fece eccezione neanche Sharon Stone in Basic Instinct. Il fumo dall'usanza sacra ed estemporanea d'un tempo, era diventando un vizio quotidiano di massa in grado di generare eclatanti profitti.

Fonti: 

Quali sono le statistiche più significative inerenti il fumo?


Il numero di uomini e donne che fumano tutti i giorni è passato dai 721 milioni del 1980 ai 967 milioni del 2012, con un +41% tra i maschi e un +7% tra le donne. L'americana Altria (la nuova denominazione di Philip Morris dopo lo spinoff del 2008) e la controllata Philip Morris International; la giapponese Japan Tobacco e le britanniche British American Tobacco e l'Imperial Tobacco con la non quotata China National Tobacco, si spartiscono oltre l'80% del mercato mondiale della sigaretta. Messi insieme macinano 25 miliardi di dollari di utili netti all'anno, su un giro d'affari di 147,4 miliardi di dollari. Al contempo, i lauti profitti delle multinazionali del tabacco sono gravati dal più importante fattore di rischio quando si parla dell'insorgenza dei tumori: quello derivante dal fumo, appunto. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, un terzo delle morti per cancro e il 15% circa di tutti i decessi che avvengono per qualunque altra causa nel nostro paese sono attribuibili agli effetti del fumo. In particolare, il fumo è responsabile dell'incidenza di circa il 90% dei casi di tumore al polmone, che per sua natura sarebbe molto rara. Il 60-70% dei tumori della laringe, della cavità orale, dell'esofago, della vescica, dei reni sono attribuibili alla sigaretta, che è sempre più spesso implicata nella genesi di molti altri tumori comuni, da quello del seno a quello del colon, dal tumore del pancreas a quello dello stomaco. Tra le principali cause di mortalità evitabile, il fumo rappresenta senza ombra di dubbio la principale, in grado di portare al decesso prematuro, solo negli Stati Uniti, più di 400.000 persone all'anno, che diventano 6 milioni se si estende il dato a tutto il mondo. Scopriamo così che sulla coscienza degli azionisti delle grandi multinazionali del tabacco gravano 25 miliardi/6 milioni ovvero 4.150 dollari di utile per ogni morte evitabile verificatasi a causa del consumo del prodotto commercializzato dalle aziende sulle quali hanno deciso di investire.

Fonti:

Perché le sigarette sono così pericolose?


Il fumo inalato durante la combustione contiene oltre 4.000 molecole che si rivelano in gran parte dannose per la salute umana. Tra le sostanze isolate nel fumo di sigaretta ne sono state classificate 69 cancerogene tra cui 10 specie di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l'acroleina, 10 specie di nitrosammine e ulteriori 11 composti, anche radiogenici come il polonio-210, tutti appartenenti allo categoria “IARC group 1”, ovvero quella dei carcinogeni umani certi. L'acroleina è la stessa sostanza, tossica per il fegato ed irritante per la mucosa gastrica, che viene prodotta dalla disidratazione del glicerolo durante la frittura dei cibi effettuata oltre il punto di fumo dell'olio, solo che nelle sigarette è presente in forma gassosa. Vi è presente anche l'arsenico, che oltre a danneggiare il cuore e i suoi vasi sanguigni, può causare il cancro. In passato composti a base di arsenico hanno trovato impiego come erbicidi ed insetticidi. Si può ritrovare il benzene, un composto chimico utilizzato come antidetonante nella benzina, che è riconosciuto come causa di cancro e leucemia. Sono presenti il cadmio, un metallo utilizzato anche nelle batterie; la formaldeide, un battericida usato per preservare i tessuti durante i processi d'imbalsamazione; il cromo, utilizzato nella produzione di smalti e vernici; l'idrazina, impiegata come combustibile per missili e per razzi, tutte sostanze tossiche, irritanti e/o cancerogene. Tra le principali sostante irritanti presenti nel fumo di sigaretta ritroviamo oltre alle già citate acroleina e formaldeide anche l'acetaldeide, l'acido cianidrico e l'ammoniaca che causano danni immediati alla mucosa delle vie respiratorie, provocando inoltre tosse, eccesso di muco e che può condurre a bronchite cronica o enfisema. E' presente anche catrame che irrita le vie respiratorie, ingiallisce i denti, contribuisce all'alito cattivo e alla sensazione di amaro in bocca. Il fumo sprigiona monossido di carbonio, un gas tossico che interferisce con il trasporto dell'ossigeno da parte del sangue e con il suo utilizzo a livello cellulare. Per ultimo, non per ordine d'importanza, arriviamo al composto organico responsabile del meccanismo di dipendenza dal fumo di sigarette: la nicotina.

Fonti:


Come funziona il meccanismo di dipendenza dal fumo di sigaretta?


Per prima cosa è bene ricordare che la nicotina è un composto stupefacente, come sottolineato anche dall'Unità di Tabaccologia presso la Sezione di Igiene del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica. Non appena questa sostanza entra nel corpo viene rapidamente diffusa dalla circolazione sanguigna tramite la quale arriva al sistema nervoso. Giungendo al cervello, in basse concentrazioni, aumenta l'attività dei recettori dell'acetilcolina, comportando un aumento della produzione di adrenalina, un ormone stimolante. Oltre a ciò, la nicotina aumenta il livello di dopamina, generando una sensazione di piacere con un meccanismo analogo a quello innescato dalla cocaina. La dipendenza fisica da nicotina è legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. Inoltre, molti alcaloidi presenti nel tabacco sono potenti inibitori delle monoamino ossidasi (MAO), un enzima che metabolizza serotonina e catecolamine come l'adrenalina, noradrenalina, melatonina e dopamina necessarie per il mantenimento di un normale equilibrio fisico e dell’umore. Le sigarette quindi, non solo stimolerebbero i neuroni dopaminergici a liberare dopamina, ma ne limiterebbero anche la sua degradazione enzimatica. Secondo molti l'inibizione delle MAO contribuirebbe a rendere la dipendenza da nicotina ancora più difficile da eliminare. I consumatori abituali di nicotina sviluppano una forte dipendenza psichica dalla sostanza, simile alla dipendenza generata da altre droghe, alla quale si aggiunge una più o meno forte dipendenza fisica. Ecco perché la nicotina viene definita come una droga. La nicotina causa assuefazione, con il consequenziale bisogno di aumentare progressivamente le dosi. Benché la quantità di nicotina inalata tramite il fumo di tabacco sia piuttosto piccola è comunque sufficiente a creare dipendenza. Interrompere improvvisamente l'assunzione di nicotina può generare una sindrome astinenziale: psicologicamente si prova un senso di vuoto e irrequietezza, fisicamente invece i sintomi sono più lievi. I sintomi dell'astinenza manifestano un picco tra le 48 e le 72 ore. In genere l'organismo impiega 3 settimane per disintossicarsi completamente dalla nicotina. La fase di disintossicazione da nicotina richiede un grande impegno da parte del fumatore per smettere ed evitare di ricominciare a fumare; alcuni arrivano ad affermare che la nicotina induca una dipendenza perfino maggiore di quella dell'eroina. 

Fonti:


Quali sono i principali effetti del fumo di sigaretta sulla salute umana?


Il vizio del fumo aumenta il rischio di molti tipi di tumore. Nei fumatori il carcinoma polmonare ha una frequenza notevolmente superiore a quella riscontrata nei non fumatori, tant'è che 9 manifestazioni su 10 possono essere ricondotte alla cattiva abitudine del fumo. Elevato è anche il rischio di tumore al rene e alla vescica, in quanto le sostanze cancerogene del tabacco vengono eliminate attraverso i reni e ristagnano con l'urina. Il fumo aumenta il rischio di tumori del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, dell'esofago e di alcune leucemie. Per quanto riguarda l'apparato respiratorio si può osservare un'irritazione delle prime vie aeree, un aumento del muco, una bronchite acuta, poi cronica ed infine enfisema polmonare. Il fumo aumenta inoltre l'incidenza di infezioni delle vie respiratorie e dell'asma. Fumare 20 sigarette al giorno aumenta il rischio di contrarre la tubercolosi da 2 a 4 volte. A carico dell'apparato cardiocircolatorio si può osservare un aumento della pressione arteriosa. Il monossido di carbonio, legandosi all'emoglobina, riduce la capacità del sangue di trasportare l'ossigeno, comportando un minore nutrimento per i tessuti responsabile dell'invecchiamento precoce, della caduta dei capelli e dell'ingiallimento della pelle. Il fumo aumenta la possibilità di malattie cardiache quali ictus, arteriosclerosi e malattie vascolari periferiche. L'infarto può essere causato dai piombi presenti nel tabacco che restringono i vasi sanguigni, aumentando la possibilità di avere un attacco di cuore. Nei fumatori i livelli di colesterolo tendono ad aumentare, peggiorando anche il rapporto tra colesterolo buono e cattivo. Il fumo aumenta anche i livelli di fibrinogeno e di piastrine, rendendo il sangue più viscoso. I fumatori presentano un rischio maggiore di sviluppare varie forme di arteriosclerosi. I problemi circolatori causati dal fumo possono contribuire all'impotenza nell'uomo, al declino mentale e all'invecchiamento precoce della pelle. A causa del fumo si può riscontrate inoltre caduta di capelli, ingiallimento dei denti e della pelle. I medici raccomandano che in gravidanza ci si astenga dal fumare, perché il tabagismo può influire negativamente sullo sviluppo del feto. Dopo un minuto di fumo, la frequenza cardiaca inizia a salire, aumentando fino al 30% nei primi 10 minuti. A distanza di qualche minuto dall'assunzione di fumo di tabacco si verifica un incremento del 15% circa della secrezione dell'acido cloridrico da parte della mucosa gastrica, che potrebbe essere la ragione per cui il desiderio di sigaretta aumenta dopo i pasti. Anche il fumo passivo nuoce alla salute. Le persone esposte abitualmente al fumo passivo presentano un rischio di cancro e malattie cardiache superiore alla media. I non fumatori che vivono o lavorano a fianco di un fumatore, che non si allontanano quando accende la sigaretta, hanno il 25% di probabilità in più di ammalarsi di tumore al polmone o di malattie del cuore rispetto a chi non è esposto al fumo passivo. I bambini esposti al fumo passivo corrono un rischio superiore ai loro coetanei di andare incontro a bronchiti, polmoniti, attacchi di asma, otiti e meningiti. Per i neonati, aumenta il pericolo di morte in culla.

Fonti:


Quali sono i vantaggi sulla salute umana derivanti dall'abbandono dell'uso della sigaretta?


Dopo 20 minuti la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tornano nella norma.
Dopo 24 ore i polmoni cominciano a ripulirsi dal muco e dai depositi lasciati dal fumo.
Dopo 2 giorni l'organismo si è liberato dalla nicotina e ricomincia a recuperare gusto e olfatto.
Dopo 3 giorni si comincia a respirare meglio e si recupera energia.
Dopo 2-12 settimane la circolazione del sangue migliora.
Dopo 3-9 mesi il miglioramento nella respirazione si fa più marcato, tosse e sibili si riducono.
Dopo 1 anno il rischio cardiovascolare si è dimezzato rispetto a quello di chi continua a fumare.
Dopo 10 anni il rischio di tumore del polmone in molti casi è tornato pari a quello di chi non ha mai fumato o comunque è dimezzato. 

Una ricerca iniziata negli anni '50 e proseguita fino al 2000, ha permesso di stabilire l'impatto del fumo di tabacco sulla salute umana, mostrando che statisticamente i non fumatori hanno una prospettiva di vita superiore di circa 10 anni rispetto ai fumatori. Non ci sono solo vantaggi sulla salute, ma anche risparmi economici. Se consideriamo un costo per un pacchetto da 20 sigarette di 4€, chi fuma in media 10 sigarette al giorno, può risparmiare 60 € al mese, che sono 720 € all'anno ovvero 3.650 € ogni 5 anni. Per calcolare rapidamente quanto può risparmiare un fumatore si può visitare il seguente link. Per ultimo esiste anche una questione estetica. Denti gialli, alito cattivo, macchie di nicotina sulle dita, pelle spenta e abiti spesso impregnati di un odore sgradevole sono tutte caratteristiche che contraddistinguono un fumatore. Smettere di fumare può quindi migliorare anche il proprio aspetto e la propria vita relazionale.

Fonti:

Esistono conseguenze negative del fumo non necessariamente legate all'insorgenza di malattie?


Sì, il fumo non ha conseguenze negative solo sulla salute dei fumatori, attivi o passivi che siano. Nella giornata mondiale senza tabacco, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità tenutasi nel 2004, sono state diffuse alcune informazioni molto interessanti a tal proposito. Nel mondo 2.5 milioni di ettari di foreste vengono sacrificate ogni anno per produrre ed essiccare il tabacco. Nei Paesi in via di sviluppo circa il 5% del disboscamento generale è dovuto alla coltura del tabacco. Il Malawi in Africa ha già distrutto un terzo delle sue foreste, mentre la Tanzania abbatte il 12% dei suoi alberi ogni anno per soddisfare la produzione del tabacco. La deforestazione accelera la distruzione del suolo, porta alla desertificazione, mette a rischio numerose specie animali, e mette in crisi intere comunità locali, che vivono e lavorano in quelle zone. Nelle colture di tabacco vengono applicati pesticidi, fertilizzanti e antiparassitari che provocano l’avvelenamento dei suoli, delle acque e degli animali. Si possono inoltre verificare intossicazioni nell’uomo nelle aree in cui i pesticidi vengono usati più frequentemente, con un aumentano delle nascite di neonati con malformazioni. Le sostanze chimiche utilizzate uccidono gli insetti che si cibano di larve di zanzare responsabili della diffusione della malaria, provocando un riacutizzarsi della malattia. Si stima che in alcuni dei principali paesi coltivatori che sono Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Malawi e Zimbabwe le percentuali più elevate di lavoro minorile si collochino proprio nelle industrie del tabacco. In quelle zone, un cifra prossima al 70% dei bambini si occupa a tempo pieno o parziale della lavorazione del tabacco.

Fonte:


Perché nonostante siano così dannose le sigarette vengono ancora commercializzate in tutto il mondo?


Viviamo in una società malata. No, non mi riferisco agli effetti dovuti all'uso del tabacco. Un'anomala malattia porta all'attuazione ed alla giustificazione di comportamenti riprovevoli, come la produzione e la commercializzazione consapevole di prodotti dannosi per la salute umana e per l'ambiente. La nostra società è malata di profitto e la sigaretta né rappresenta l'ennesimo emblema. Nei processi che la coinvolgono possiamo ritrovare i principali tratti caratteristici che scaturiscono dall'obiettivo di raggiungere il profitto ad ogni costo. Si realizza un prodotto futile e dannoso, sfruttando altri esseri umani nelle piantagioni, deturpando ed inquinando l'ambiente, al fine di ottenere materia prima al minor prezzo possibile. Attraverso potenti campagne pubblicitarie e di marketing, s'induce artificiosamente nella massa il bisogno al consumo. Si commercializza consapevolmente un prodotto che sfrutta un potente meccanismo di dipendenza psicofisico, e si continua a mantenere in essere il processo, incuranti del fatto che l'utilizzo di quel prodotto rappresenta la prima causa sulla lista delle mortalità evitabili presenti nel mondo, solo ed esclusivamente per ottenere un profitto. Chi realizza utile dal commercio delle sigarette, porta un pesante fardello sulle proprie spalle: quello di 100 milioni di morti evitabili avvenute nel XX secolo. Nella società capitalistica la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani si trasformano in miliardi di dollari di utili. La verità sulla pericolosità del fumo è nota da tempo, tant'è che già durante gli anni trenta, perfino il regime Nazista, intuendo che le spese da sostenere per le cure da patologie da fumo fossero inutili e gravose per il governo, rivolse la sua attenzione al tabacco, dichiarando il fumo primo nemico dello stato e sviluppando all'occorrenza un'aggressiva campagna contro la malsana abitudine. Negli Stati Uniti il biologo Raymond Pearl aveva dimostrato gli effetti negativi del fumo di tabacco già nel 1938. Nel 1962 vengono pubblicati in Gran Bretagna dal Royal College of Physicians studi che individuano il fumo di sigaretta come causa di cancro ai polmoni, di bronchite e che stabilivano una probabile relazione con l'insorgenza di malattie cardiovascolari. Analogamente in America, nel 1964 nel rapporto Smoking and Health redatto dal National Institute of Health, affermava che cancro e bronchite cronica erano correlati in modo causale al fumo di sigarette. Da più di mezzo secolo si conoscono i danni delle sigarette, ma le grandi multinazionali intente ad assicurarsi profitto non si fecero scrupoli avventurandosi in apposite campagne negazioniste e disinformative, come quella attuata da Big Tobacco. Nell'aprile del 1994 i vertici di sette multinazionali del tabacco giurano davanti a una commissione del congresso americano che la nicotina non produce assuefazione. Nel '98 i vertici delle multinazionali ammisero per la prima volta, che la nicotina generava assuefazione e che il fumo poteva causare il cancro. Negli anni recenti, molte sentenze hanno condannato le compagnie del tabacco a pagare per i danni legati al fumo. Ma mentire per il profitto è normale nell'odierna società, perlomeno fin quando non diventa meno conveniente che dire la verità. Mi domando: in un mondo dove anche le cure mediche rispondono alle logiche di profitto, che interesse c'è nel ridurre l'incidenza delle malattie? Pensateci, le aziende del tabacco realizzano profitto commercializzando un prodotto che induce un problema di salute nel lungo termine. Sottovalutando gli effetti che probabilmente li colpirà in futuro, visto che un fumatore su due muore per cause inerenti al fumo, il consumatore appagherà il suo desiderio indotto, diventando dipendente. La dipendenza fidelizza al consumo garantendo utili per anni. Nel mentre chi si ammala a causa del fumo è costretto a ricorrere alle cure mediche commercializzate da altre aziende private. Così facendo anche chi specula sulla vendita dei medicinali realizzerà un profitto che altrimenti non sarebbe stato possibile. Il costo per 6 cicli di chemioterapia, varia da 1200€ circa a 5500€ a seconda dei prodotti utilizzati. In che modo allora un'azienda privata che realizza utile dalla vendita di prodotti per curare il cancro potrebbe essere avvantaggiata da attività volte alla riduzione del suo manifestarsi? Chi riceve utile investendo sulle multinazionali che realizzano costosi chemioterapici, non è assolutamente interessato a far sì che vengano intraprese dinamiche atte a diminuire l'incidenza, perché è evidente che in quel modo causerebbe una diminuzione dei dividendi dei propri azionisti. Lo stesso dicasi per chi realizza utile dal tabacco: se l'obiettivo non fosse esclusivamente il profitto, dal momento che tutti sanno che quell'attività è dannosa sia per l'uomo che per l'ambiente, potrebbero semplicemente decidere di smettere di produrlo. Invece no, non lo fanno e continuano imperterriti per non veder scemare la possibilità di realizzare utile attraverso la commercializzazione di un prodotto molto redditizio. Chi investe nel settore delle sigarette è interessato solo all'utile, così come chi lo fa per i medicinali che senza la commercializzazione delle sigarette rimarrebbero invenduti. Al contempo però, il fumatore è appagato dal prodotto che utilizza quotidianamente, perché allora vorreste interrompere un meccanismo così virtuoso di generazione di profitto? Perché nel suo complesso è pura follia, scaturita esclusivamente dalla vera malattia che affligge la nostra società: l'inseguimento ossessivo del profitto. Comprendiamo che contrapporsi alle dinamiche inerenti il fumo rappresenta un passo importante per iniziare a migliorare la nostra società.

Fonti:



Come possiamo interrompere le dannose dinamiche sociali inerenti l'uso del tabacco?


Sperare che la soluzione arrivi dall'alto è una pia illusione. Chi trae vantaggio dal meccanismo farà di tutto pur di mantenerlo in essere, perché i meccanismi di profitto presentano una forte inerzia dovuta all'attaccamento al profitto maturato da chi trae vantaggio dalla loro applicazione. La soluzione definitiva non potrebbe arrivare neanche dagli stati, perché anche se decidessero di smetterla di finanziarsi monopolizzando il tabacco, o improvvisamente aumentassero notevolmente le accise al fine di limitare le vendite, il mercato nero tenterebbe di fiorire per sostituirsi a quello legale, così come avviene per le droghe. Allora che fare? Per trovare la soluzione bisogna chiederci chi si avvantaggia di più dall'interruzione delle dinamiche legate al fumo? Le sigarette non vengono commercializzate per soddisfare un reale bisogno dell'umanità, ma per appagare un bisogno indotto dall'esigenza di profitto di una minoranza, un falso bisogno che è ottenuto sfruttando altri esseri umani, compromettendo l'ambiente e causando la sofferenza e la morte prematura di milioni di esseri umani. Del resto, come abbiamo avuto modo di capire, smettere di fumare presenta dei notevoli vantaggi per il fumatore, sia dal punto di vista della salute che dal punto di vista economico. Tra i soggetti presi in esame, produttori-investitori, stati e consumatori, non sono di certo le aziende ed i loro investitori ad avvantaggiarsi dall'interruzione di queste dinamiche, né gli stati, bensì i fumatori: sono loro che potrebbero ottenere il maggior vantaggio dall'abbandono del vizio del fumo. A questo punto ci resta solo una possibilità: che la soluzione arrivi dal basso. Perché allora non contribuiamo a migliorare noi stessi, l'ambiente e la nostra società smettendo di fumare ed aiutando gli altri nel farlo? Il fumatore racchiude la chiave per spezzare definitivamente le deleterie dinamiche inerenti il fumo, perché senza domanda non ci sarebbe consumo né malattie derivanti dall'uso di sigarette, senza consumo non ci sarebbe più produzione e senza produzione non ci sarebbe più né lo sfruttamento umano né l'impatto ambientale correlati.

Concludo quindi con un appello rivolgendomi a tutti gli esseri umani:

ponete voi stessi la parola fine allo sfruttamento ed all'inquinamento dovuti alla produzione del tabacco; fermate la morte e la sofferenza legate alle malattie correlate al fumo; migliorate la vostra salute e quella di chi vi circonda, avete tutto il potere per far cessare definitivamente questa follia sociale, sin da ora, semplicemente smettendo di fumare ed invitando gli altri a compiere il medesimo gesto.

Mirco Mariucci



1 commento:

  1. Il fumo uccide milioni di persone al mondo ogni anno causando malattie come: il cancro ai polmoni e i disturbi cardiovascolari. Per questo motivo sostituire le sigarette classiche con quelle elettroniche è un'ottima scelta, in grado di salvare tante vite umane. Complimenti per il blog!

    RispondiElimina