Come misurare il livello di evoluzione sociale di una civiltà
All'interno di questo scritto cercheremo
di rispondere alla seguente domanda: è possibile valutare il livello
di evoluzione di una società composta da esseri umani?
Per farlo, definiremo un metodo per
assegnare un punteggio ad un'organizzazione sociale sulla base
delle sue caratteristiche.
Successivamente, utilizzeremo questa
misura dello stadio di evoluzione sociale dell'umanità per
quantificare il balzo evolutivo che si potrebbe compiere se si
effettuasse una transizione dall'odierna Distopia Capitalistica
all'Utopia Razionale.
La Scala di Kardašëv
Nel 1964, l'astronomo russo Nikolaj Kardašëv propose un metodo per classificare le civiltà in base al livello tecnologico raggiunto.
Più precisamente, con quella che in
seguito divenne nota come Scala di Kardašëv, egli suggerì di stabilire
il livello di evoluzione di una società collocandola all'interno di
alcune categorie definite in base al quantitativo di energia
utilizzato.
Inizialmente l'astronomo propose tre
livelli evolutivi I, II e III, che però, successivamente, furono
ampliati, così come specificheremo tra poco.
Nel livello I possono essere inserite le
civiltà che sono in grado di utilizzare tutta l'energia disponibile
sul loro pianeta d'origine (indicativamente 4 x 10^16 W).
Nel caso della Terra, ciò significa che
l'umanità dovrebbe essere in grado di sfruttare appieno tutte le
fonti energetiche, sia rinnovabili che non. Da ciò si deduce
immediatamente che gli esseri umani non hanno ancora raggiunto
nemmeno il primo livello evolutivo della Scala di Kardašëv.
Il livello II si consegue non appena una
civiltà riesce a sfruttare tutta l'energia emanata dalla stella del
sistema solare in cui è situato il loro pianeta d'origine
(indicativamente 4 x 10^26 W).
Ciò, ad esempio, potrebbe esser fatto
costruendo una sorta di pannello solare sferico così grande da
contenere l'intero sistema solare.
Infine, il livello III si raggiunge
quando una civiltà riesce a sviluppare una tecnologia così
sofisticata da consentirgli di impiegare, per i propri fini, tutta
l'energia prodotta da tutte le stelle della galassia in cui è
situato il sistema solare che ospita il loro pianeta d'origine
(indicativamente 4 x 10^36 W).
Dando seguito alla progressione, alcuni hanno pensato d’introdurre degli ulteriori livelli evolutivi, ancor più elevati rispetto ai precedenti, perché, a loro avviso, qualche civiltà potrebbe riuscire ad utilizzare quantitativi di energia ancora superiori.
A tal fine, sono state definite di tipo
IV le civiltà in grado di controllare tutta l'energia di un
super-ammasso di galassie (circa 10^46 W) e di tipo V quelle in grado
di disporre dell'energia dell'intero universo visibile (circa 10^56
W).
Ulteriori estensioni sono state
effettuate nell'ambito della fantascienza, ma eviteremo di
riportarle.
A mio avviso, la generalizzazione più
interessante è stata introdotta dal celebre astrofisico Carl Sagan,
il quale, utilizzando una semplice formula matematica, ha reso
continua, e non discreta, la Scala di Kardašëv.
Per farlo, ha definito il livello di
civiltà (C) come il logaritmo in base 10 dell'energia sfruttata
espressa in watt (W), a cui successivamente va sottratto il numero 6,
tutto fratto 10. In formule:
Ad esempio, la formula di Sagan può essere utilizzata per calcolare, in modo puntuale, il livello raggiunto dall'umanità sulla scala di Kardašëv, che è all'incirca di 0,71.
Limiti della Scala di Kardašëv
Non serve molto per rendersi conto che
questo metodo non sia affatto soddisfacente per valutare in modo
accurato il livello di evoluzione sociale di una civiltà.
Un buon metodo, infatti, non può basarsi
soltanto sugli aspetti tecnologici-energetici, ma come minimo
dovrebbe prendere in considerazione anche quelli etici.
L'essere in grado di utilizzare un
maggior quantitativo di energia può essere considerato un buon
indizio per ipotizzare che una civiltà abbia conseguito un maggior
sviluppo tecnologico rispetto ad un'altra, ma di per sé questo aspetto non
ci assicura né che la prima civiltà sia socialmente più evoluta
della seconda, né che essa sia effettivamente più avanzata dal punto
di vista tecnologico.
Il perché è presto detto: nonostante il
maggior impiego di energia, può darsi che i membri della prima
società sperimentino condizioni di vita peggiori rispetto a quelle
vissute dai cittadini della seconda civiltà perché, a differenza di
quest'ultimi, i primi potrebbero rapportarsi con i propri simili, e
con gli altri esseri viventi, in modo brutale e malvagio, dimostrando
un'eclatante arretratezza sul piano morale.
Vi è poi il caso limite in cui la prima
civiltà, pur disponendo di maggiore energia, riesca ad ottenere
obiettivi uguali, o addirittura inferiori, rispetto a quelli
conseguiti dai membri della seconda civiltà, per il semplice fatto
che questi ultimi si sono dotati di un'organizzazione decisamente più
efficiente.
In questi casi, sarebbe ragionevole
asserire che la civiltà più evoluta tra le due, di fatto, sia
quella con un livello di Kardašëv più basso, mentre l'ordine
indotto dalla suddetta Scala suggerirebbe il contrario.
Queste criticità si verificano perché
non si può esprimere il livello di evoluzione sociale di una civiltà
utilizzando un'informazione unidimensionale, pretendendo che la scala
che si verrà a formare sulla base dell'analisi di un solo aspetto
dell'ambito sociale (nel caso di Kardašëv quello energetico) possa
rappresentare in modo fedele la realtà delle cose, perché
l'effettivo livello di evoluzione sociale di una civiltà è
intimamente legato alla complessità della società, la quale, per sua
natura, è un ente intrinsecamente multifattoriale. Di conseguenza una sua
descrizione sintetica sufficientemente fedele non può che essere
multidimensionale.
In altri termini, il voler ridurre ad un
singolo valore il livello di evoluzione sociale di una civiltà non
può far altro che indurre una perdita di informazioni essenziali,
che impedirà di farsi un'idea onesta sul reale livello evolutivo
conseguito dalla civiltà analizzata.
Per tentare di superare questi
inconvenienti, si può adottare un sistema di valutazione
multifattoriale, con il quale si assegnerà un punteggio ad ogni
ambito di analisi ritenuto fondamentale per effettuare una corretta
valutazione del livello evolutivo dei membri di una società.
A quel punto, si otterrà una sorta di
impronta sociale caratteristica, che, in virtù della sua
multidimensionalità, sarà in grado di sintetizzare in modo sufficientemente accurato il reale livello di evoluzione sociale raggiunto da una
certa civiltà.
Ciò non toglie che, partendo dai valori
che riflettono il livello di evoluzione conseguito in ciascun ambito,
si possa anche creare una sorta di indice sintetico, ottenuto
effettuando una media dei singoli valori.
Così facendo si sarebbe generalizzata la
Scala di Kardašëv, utilizzando tante Scale di Kardašëv quanti
sono gli aspetti della società da analizzare reputati significativi. E dopo
aver ottenuto una rappresentazione multidimensionale del livello di
evoluzione sociale, si potrebbero sintetizzare i risultati comprimendoli su di una scala monodimensionale, essendo consapevoli
che questa operazione comporterà una certa perdita d'informazione.
Qui di seguito proponiamo una delle
possibili implementazioni di quella che chiameremo Scala di
Mariucci per la determinazione del livello di evoluzione sociale di
una civiltà di esseri umani.
Per definire la suddetta Scala,
prenderemo in considerazione 7 aspetti della società: energetico
(tipologia di fonti utilizzate); economico (sistema economico
adottato); lavorativo (organizzazione del lavoro); governativo
(metodo di governo in essere); relazionale (livelli di violenza);
alimentare (tipologia di alimentazione); spirituale (livello di
coscienza conseguito).
Per ciascuno di essi definiremo 5
livelli di evoluzione sociale, ai quali assegneremo un peso che va da
1 a 5, dove al numero 1 corrisponderà la più bassa condizione
di evoluzione sociale misurata dalla Scala, mentre al numero 5 verrà associata la massima
evoluzione sociale possibile entro i criteri stabiliti.
Dopo aver giustificato brevemente le
scelte effettuate, testeremo la Scala di Mariucci effettuando una
comparazione tra 3 differenti modelli sociali: quello di una
ipotetica società di cacciatori-raccoglitori, l'odierna Distopia
Capitalistica, e l'Utopia Razionale illustrata all'interno di questo
libro.
Energia
Da
un punto di vista energetico, il livello di evoluzione di una società
si può individuare basandosi sulla tipologia di fonti energetiche
utilizzate. Per stabilire una scala, ci baseremo, da un lato, su
quanto è avvenuto storicamente e, dall'altro, sulla conoscenza
scientifica disponibile.
Ciò
detto, è ragionevole posizionare al livello più basso l'utilizzo di
fonti presenti in natura che risultino di “facile” utilizzo, come
ad esempio la legna da ardere, il vento e l'acqua (livello 1).
Ad
un livello appena superiore si possono collocare le fonti energetiche
non rinnovabili, tra le quali, vi sono, oltre alle fonti fossili
quali petrolio, carbone e gas, anche l'energia nucleare ottenuta con
il processo di fissione.
Esse
sono più complesse da utilizzare rispetto alle precedenti perché
richiedono una tecnologia più sofisticata. Il loro principale
difetto risiede nell'insostenibilità, legata sia alla loro
limitatezza quantitativa, che alla produzione dell'inquinamento
causato dal loro impiego (livello 2).
Per
salire ad un livello superiore, bisogna impiegare fonti
rinnovabili, come ad esempio, il solare, il fotovoltaico, l'eolico,
l'idroelettrico ed il geotermico, che richiedono un comparabile
livello tecnologico rispetto alle fonti non rinnovabili, ma hanno il
vantaggio di essere maggiormente sostenibili (livello 3).
Per
incrementare ulteriormente la quantità di energia diminuendo ancor
più l'impatto ambientale, stando alla stato attuale delle conoscenze
fisiche, la soluzione sembrerebbe essere quella di riuscire a
padroneggiare la fusione calda o, ancor meglio, quella fredda
(livello 4)... a meno che non si riesca a comprendere come utilizzare quella che
potremmo definire come “energia cosmica”, anche nota come
“energia del vuoto”, vale a dire l'energia legata alle
fluttuazioni quantistiche che risulta onnipresente nello spazio,
anche quando esso è privo di materia (livello 5).
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa all'energia:
1) fuoco, vento e acqua;
2) fonti non rinnovabili (petrolio, gas, carbone, fissione);
3) fonti rinnovabili (solare, fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico...);
4) fusione calda e/o fredda;
5) energia cosmica.
Osserviamo
che, da un punto di vista energetico, i cacciatori-raccoglitori
totalizzano un solo punto; essi infatti utilizzano soltanto il fuoco.
La
società capitalistica, sebbene stia timidamente incominciando ad
effettuare una transizione verso le rinnovabili, utilizza ancora i combustibili fossili come fonti primarie, pertanto può essere collocata con una
buona approssimazione al livello 2.
I
membri dell'Utopia Razionale utilizzano esclusivamente fonti
rinnovabili, anche se non appena riusciranno a conseguire dei
successi nell'ambito della fusione fredda procederanno di certo a
riconvertire il loro sistema di produzione dell'energia. Per questo
motivo totalizzano 3 punti.
Economia
Per
definire una scala di evoluzione sociale relativamente al sistema
economico, analizzeremo le modalità con cui i membri della società
si assicurano beni e servizi, mettendo in risalto il ruolo del
denaro.
Al
livello più basso poniamo una società senza moneta che intrattiene
rapporti di tipo economico-commerciali tramite il baratto. È questo il modo più grezzo e rudimentale per dar forma ad un mercato
(livello 1).
Per
compiere un balzo evolutivo si richiede l'introduzione dell'uso della
moneta e del concetto di denaro. Per i nostri fini, distinguiamo tre
livelli essenziali di gestione del denaro, i quali consentono di
ottenere via via un miglioramento delle condizioni esistenziali dei
membri della società.
Essi
sono: moneta privata, creata dal nulla e prestata a
debito a tutto il resto dell'umanità da una élite d'individui
(livello 2); moneta sovrana, creata dal nulla e prestata a debito a
tutti gli altri attori sociali dagli Stati (livello 3); moneta
dell'umanità, creata dal nulla dagli esseri umani per essere
utilizzata dagli esseri umani, senza indebitare nessuno (livello 4).
Il
perché di una simile classificazione è presto detto: tra le tre
tipologie di gestione del denaro, la peggiore è sicuramente quella
di una moneta privata, perché in questo modo viene a crearsi un
debito eterno ed inestinguibile, concentrando un potere sterminato
nelle mani di un piccolo gruppo di persone.
Gli Stati, inoltre, non hanno modo di creare il denaro necessario per soddisfare le esigenze dei propri cittadini e devono andare a finanziarsi sui mercati. Così facendo, il debito pubblico diviene un debito oneroso, suscitando numerose problematiche.
Gli Stati, inoltre, non hanno modo di creare il denaro necessario per soddisfare le esigenze dei propri cittadini e devono andare a finanziarsi sui mercati. Così facendo, il debito pubblico diviene un debito oneroso, suscitando numerose problematiche.
Con
la moneta sovrana il potere del denaro si concentra nei governi, i
quali, si spera che siano eletti democraticamente; attraverso di essa
viene risolto il problema del debito pubblico, che torna ad essere un
debito non oneroso, dato che gli Stati possono finanziarsi
autonomamente senza dover subire i ricatti dei mercati.
Restano
però in essere i debiti privati, che rappresentano una palese forma
di sfruttamento e parassitaggio, nonché strumento di oppressione,
dominio e riduzione in schiavitù dell'umanità.
Il
problema dei debiti privati può essere risolto adottando una moneta
dell'umanità, che venga creata senza alcuna pretesa di essere
restituita (livello 4).
In
questo modo, però, lo sterco del demonio (ovvero il denaro) sarebbe
ancora presente nella società, ed esso darebbe adito a numerose
criticità, sostanzialmente legate all'avidità di alcuni soggetti ed
all'applicazione delle deleterie logiche del profitto.
Per
compiere un ulteriore balzo evolutivo, non vi è altra via se non quella che passi
per l'abolizione del denaro, realizzando un'organizzazione sociale in
cui non vi siano interazioni di tipo economico, così come usualmente
intese oggi (livello 5).
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa all'economia:
1)
baratto;
2)
moneta privata con debiti;
3)
moneta sovrana senza debito pubblico;
4)
moneta dell'umanità senza debiti;
5)
abolizione dell'uso del denaro.
I cacciatori-raccoglitori non sono assoggettati alle logiche economiche, così come usualmente intese, e non utilizzano il denaro. Per questo motivo conseguono il massimo del punteggio.
L'odierna società capitalistica, dopo aver sperimentato un certo periodo storico in cui la maggior parte delle nazioni erano Stati a moneta sovrana, ha deciso di fare alcuni passi indietro, riconsegnando il potere di creazione ed emissione del denaro ad un'élite di soggetti privati. Questo fa sì che il livello evolutivo si attesti in seconda posizione.
I membri dell'Utopia Razionale utilizzano un sistema economico che funziona senza denaro, senza mercato e senza baratto. Ciò gli consente di posizionarsi sul livello più elevato in relazione all'economia.
Organizzazione
del lavoro
Per
quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, si può senza alcun
dubbio posizionare una società fondata sulla schiavitù sul livello più basso della scala. Infatti, non c'è peggiore organizzazione sociale
possibile di quella in cui un piccolo numero di persone costringe al
lavoro con la forza brutta gli altri membri della società (livello
1).
Il
passo successivo consiste nel remunerare dignitosamente il lavoro, il
quale, però, continua comunque ad esser forzoso per la quasi
totalità degli esseri umani, con tutte le conseguenze negative
associate (livello 2).
Si
pensi soltanto ai malesseri psicofisici causati dal dover svolgere
delle azioni contro la propria reale volontà per la maggior parte
dell'esistenza, perché questo è l'unico modo che si ha per
sopravvivere.
Chissà
come mai se una donna subisce la violenza psico-fisica legata ad un
atto sessuale consumato contro la sua volontà questo gesto si chiama
“stupro” ed è giustamente condannato, mentre il
subire 8 ore al giorno la violenza psico-fisica legata al dover
svolgere un lavoro contro la propria volontà, invece di essere
considerato uno “stupro lavorativo”, viene socialmente accettato
e ritenuto una cosa giusta, doverosa e auspicabile.
È
quindi evidente che per compiere un ulteriore incremento evolutivo si
debba, come minimo, riuscire ad organizzare una società in cui il
lavoro non sia più una forma di schiavitù, più o meno evidente, a
seconda che la si ottenga con la forza bruta o con i ricatti
economici, ma divenga a tutti gli effetti una scelta libera e
volontaria.
Ciò
può essere ottenuto, ad esempio, assicurando a tutti i membri della
società un reddito di esistenza incondizionato erogato sotto forma
monetaria o in termini di beni e servizi (livello 3).
Così
facendo, però, esisterebbero ancora dei compiti indesiderabili ma
essenziali che dovrebbero comunque esser svolti da qualche essere
umano obtorto collo.
Per
risolvere questo inconveniente, consentendo a tutti i membri della
società di scegliere se lavorare oppure no e a quale lavoro
dedicarsi, è necessario raggiungere un livello tecnologico tale da
riuscire potenzialmente ad automatizzate tutto il lavoro indesiderabile ma
necessario per il conseguimento del benessere collettivo. Così
facendo si sarebbe raggiunto un ulteriore livello di evoluzione
sociale (livello 4).
Ma
il punto più elevato in assoluto per quanto riguarda
l'organizzazione del lavoro non si raggiunge, come qualcuno potrebbe
ingenuamente pensare, con la completa automazione del lavoro, bensì
con la sua minimizzazione.
Infatti,
se si automatizzasse il lavoro superfluo, non si farebbe altro che
introdurre sprechi ed inefficienze all'interno della società, con
conseguenze negative che non è difficile comprendere (si pensi solo
ai risvolti ecologici).
Queste
problematiche potrebbero essere affrontate minimizzando il lavoro,
ovvero mettendo in atto soltanto le attività che sono strettamente
necessarie per produrre e fornire i beni ed i servizi utili a
soddisfare le reali necessità dei membri della società (livello 5).
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa all'organizzazione del
lavoro:
1)
schiavitù;
2)
lavoro salariato;
3)
lavoro volontario;
4)
automazione del lavoro;
5)
minimizzazione del lavoro.
Sembrerà
strano, ma per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, i
cacciatori-raccoglitori totalizzano il massimo del punteggio: essi,
infatti, minimizzano il lavoro.
È
ben noto agli antropologi che queste comunità riescano a soddisfare
i propri bisogni dedicando a quelle che potrebbero essere
classificate come attività lavorative, ma che in realtà non vengono
percepite così da quelle popolazioni, non più di 3 ore al giorno.
Tutto all'opposto rispetto a quanto accade nelle cosiddette economie avanzate, dove un iper-lavoro, superfluo e dannoso, assorbe la quasi totalità dell'esistenza degli esseri umani e un’organizzazione sociale che manifesta i tratti caratteristici di una moderna forma di schiavitù vorrebbe essere fatta passare per un sistema fondato sulla libertà, soltanto perché ai lavoratori viene riconosciuto un salario!
Per questi motivi la società capitalistica, per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, totalizza un punteggio pari a 2.
Nell'Utopia
Razionale i principi della totale automazione dei lavori detestabili
e della minimizzazione del lavoro, sono degli assunti base posti a
fondamento delle logiche economiche.
Per
questo motivo si può certamente catalogare questa società al
livello più elevato per quanto riguarda l'organizzazione del mondo
del lavoro.
Metodi
di governo
Tra
tutte le strategie da adottare per far sì che sussista un certo
ordine sociale, un sistema elitario-dittatoriale è di certo il
peggiore (livello 1).
Il
primo, timido, passo da compiere per liberarsi dalla tirannia dei
detentori del potere, consiste nella transizione da una forma di
dittatura palese ad un'altra forma di dittatura velata: quella messa
in scena nelle cosiddette democrazie rappresentative, dove le élites si
avvalgono di governi eletti democraticamente per dominare la collettività (livello 2).
Ma
se si vuole davvero tentare di liberarsi dalla tirannia dei gruppi di
potere, non si può che spingersi fino alla realizzazione di
un'organizzazione sociale che si regga sull'autogoverno dei popoli.
Questo
obiettivo potrebbe essere ottenuto mediate l'attuazione di
un'effettiva democrazia partecipativa, realizzata all'interno di una
rete di comunità di medio-piccole dimensioni, così che tutti i
membri della società possano prender parte alla res publica (livello
3).
Per
compiere un ulteriore balzo evolutivo si dovrebbe arrivare
all'eliminazione di ogni forma di governo, per quanto esso sia
radicato e vicino ai territori e ai cittadini, giungendo così
all'autodeterminazione degli individui cominciando a
coordinarsi spontaneamente ed autonomamente per il conseguimento del bene comune
(livello 4).
Ma
affinché l'autodeterminazione porti a maturazione i suoi frutti, consentendo alla società di raggiungere il più elevato
livello evolutivo, è indispensabile non solo che gli individui si
autodeterminino da sé, senza ricevere direttive dall'esterno, ma che
questa autodeterminazione sia naturalmente ed istintivamente volta al
bene.
Ciò
sarà possibile soltanto quando gli esseri umani raggiungeranno uno stato di
pura etica, ovvero quando agiranno in piena coerenza ed armonia con
la saggezza cosmica universale (livello 5).
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa ai metodi di governo:
1)
dittatura;
2)
governi rappresentativi;
3)
autogoverno dei popoli;
4)
autodeterminazione degli individui;
5)
pura etica.
All'interno
delle comunità di cacciatori-raccoglitori vi sono delle figure
autorevoli, ma esse non impongono il loro volere sugli altri,
governandoli. Di fatto, non vi è un governo e ancor meno una
dittatura.
La
vita a contatto diretto con la natura costringe gli individui
all'autodeterminazione, per tutta una serie di motivazioni. Spesso,
infatti, ci si ritrova in situazioni che richiedono una completa
autonomia decisionale.
Il
loro livello etico, però, non è ancora sviluppato al massimo grado,
basti pensare che si cibano di animali. Per questo motivo i
cacciatori-raccoglitori raggiungono il quarto livello nella scala
relativa ai metodi di governo.
Nell'odierna
società capitalistica vigono delle dittature camuffate da
democrazie rappresentative. Pertanto, il relativo livello evolutivo
non può di certo essere superiore al secondo.
Nell'Utopia
Razionale gli esseri umani si autogovernano partecipando alle
attività politiche della rete di comunità che compongono la
società. Ciò gli consente di totalizzare 3 punti sulla scala di
evoluzione dei metodi di governo.
Livello di violenza
Non
vi è alcun dubbio che una società composta da individui che
legittimano e mettono in atto guerre sanguinarie debba esser posta al
più basso livello di evoluzione sociale (livello 1).
Infatti,
se si è disposti ad uccidere e sterminare i propri simili, a maggior
ragione si sarà disposti a praticare violenza nei confronti delle
altre specie e della natura.
Il
percorso evolutivo nell'ambito relazionale è quindi già delineato da questa premessa e
procede in direzione del pieno conseguimento della nonviolenza.
Si
susseguono quindi i seguenti stadi intermedi:
livello
2: non belligeranza. La guerra è ancora possibile, esistono
le armi e gli eserciti, ma si preferisce utilizzarli come deterrenti,
cercando di evitare i conflitti armati.
Livello
3: pacifismo. L'umanità non solo ha conseguito uno stato di pace
duraturo, ma ha anche dismesso le armi e non finanzia più
gli eserciti. Questo non significa che all'interno della società non
vi sia alcuna forma di violenza.
Al
contrario, essa si verifica, ad esempio, nelle strade con furti ed attentati, nelle scuole con dei rapporti autoritari, all'interno
delle mura domestiche con maltrattamenti psico-fisici, negli
allevamenti... e così via.
La
fase successiva passa per una completa messa in atto della filosofia della
nonviolenza: essa, infatti, non riguarda soltanto la questione della
guerra, ma è volta all'eliminazione di ogni forma di violenza, sia
essa fisica o metafisica (livello 4).
Ma
per conseguire il massimo livello evolutivo non è sufficiente
cercare di vivere in conformità ai sacrosanti precetti della
nonviolenza, bisogna anche essere in grado di provare un reale e
totale sentimento di amore incondizionato (livello 5).
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa ai livelli di violenza:
2) non belligeranza;
3) pacifismo;
4) nonviolenza;
5) amore incondizionato.
Di
norma, i cacciatori-raccoglitori vivono in uno stato di non
belligeranza; essi hanno armi pronte per essere usate, ma se non
vengono minacciati e non vi sono condizioni di scarsità di cibo, non
praticano azioni di guerra.
Dal
loro punto di vista, la guerra non rappresenta una strategia
sistematica per il funzionamento della società; ciò invece accade
nella società capitalistica.
Per
questo motivo i cacciatori-raccoglitori si posizionano al secondo
posto sulla scala dei livelli di violenza, mentre la società
capitalistica non riesce a superare il gradino più basso.
I
membri dell'Utopia Razionale, invece, sono degli esseri pacifici che
hanno messo in atto la filosofia della nonviolenza, sebbene non siano
ancora in grado di provare un puro ed incondizionato sentimento
d'amore universale. Ciò li pone al quarto livello della suddetta
scala evolutiva.
Alimentazione
Non
è affatto difficile individuare una scala evolutiva da associare all'alimentazione: basta basarsi sull'etica, la sostenibilità ed i
livelli di salute assicurati dalla dieta adottata.
Combinando
questi elementi si ottiene il seguente ordine relativamente
all'essere umano, il quale, per sua natura, lo ricordiamo, è un
frugivoro:
Livello
1: onnivorismo. È il modo di alimentarsi più scorretto dal punto di
vista salutistico, è quello che richiede il più elevato impatto
ambientale ed è anche il più crudele.
Può
darsi che in futuro la scienza riuscirà a produrre alimenti di
origine animale in laboratorio, diminuendo l'impatto ambientale e
risolvendo la questione etica, ma anche in tal caso mangiare simili
prodotti non sarebbe compatibile con la massima condizione di salute
psico-fisica di un essere vivente che è biologicamente strutturato
per nutrirsi di vegetali.
Livello
2: vegetarianesimo. Eliminando il consumo di carne si ottiene una
maggiore salute e un minor impatto ambientale, ma il problema
etico non viene affatto risolto: gli animali, infatti, continuano ad
esser allevati per esser sfruttati per finalità alimentari e quelli
reputati inutili al processo produttivo vengono comunque uccisi.
È
quindi evidente che per compiere un passo evolutivo consistente si debba passare al livello successivo, escludendo ogni alimento di
origine animale.
Livello
3: veganesimo. Cibarsi soltanto di alimenti di origine vegetale,
oltre a diminuire notevolmente l'incidenza delle malattie, consente
di abbattere in modo significativo l'impatto ambientale.
Inoltre
risolve le questioni etiche legate all'utilizzo degli
animali per finalità nutrizionali. Si può però conseguire un
livello ancora superiore adottando un regime alimentare che esclude
legumi e cereali: l'essere umano, infatti, non è granivoro.
Livello
4: fruttarismo. Il fruttarismo è sostanzialmente basato sul consumo
di frutta, verdura e ortaggi. Esso rappresenta il modo di alimentarsi più
etico, meno impattante e maggiormente biocompatibile con la vera
natura dell'essere umano. La scelta fruttariana rispetta la volontà
della natura, la quale porge agli esseri umani i suoi frutti.
La
sua maggior efficienza può essere compresa facilmente comparando il
lavoro richiesto, la produzione ottenuta e le risorse utilizzate, per
coltivare un campo e per far sì che una pianta produca i suoi
frutti, ottenendo un nutrimento comparabile.
Si
consideri che una pianta adulta, occupando pochi metri quadri di
terreno, può produrre dai 100 ai 200 kg di frutta, richiedendo
pochissime ore di lavoro, limitate a qualche intervento di potatura
(ove necessario), d'innaffiamento (in caso di siccità) e alla
raccolta.
Per
un confronto, si consideri che la resa per ettaro di un meleto è compresa tra le 30 e le 40 tonnellate, mentre sul medesimo terreno
non si riescono a produrre più di 6 tonnellate di grano, nella
migliore delle ipotesi, anche se mediamente i valori si attestano
attorno alle 3 tonnellate.
Le
nocciole, che sono un alimento proteico decisamente superiore al
grano, possono essere prodotte in tutta tranquillità con una resa
superiore alle 2 tonnellate per ettaro. Il lettore tragga da sé le
dovute conseguenze.
Livello
5: energivorismo. Sulla base dell'odierna conoscenza fisica, si può
teorizzare l'esistenza di un ulteriore livello evolutivo relativo
all'alimentazione: il cibarsi di pura energia.
Il
cibo viene introdotto per far sì che il corpo riceva energia e
materia essenziali per la sua sopravvivenza. Ma Einstein ha insegnato
all'umanità che vi è un'equivalenza tra energia e materia.
Pertanto,
non è irragionevole supporre che gli esseri umani del futuro non
avranno più bisogno d'introdurre alimenti solidi all'interno del
loro corpo, perché troveranno il modo di sopperire alle loro
esigenze fisiche utilizzando direttamente l'energia, giungendo così al più
elevato livello evolutivo alimentare possibile.
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa all'alimentazione:
1)
onnivorismo;
2)
vegetarianesimo;
3)
veganesimo;
4)
fruttarismo;
5)
energivorismo.
Sia
i cacciatori-raccoglitori che i membri della società capitalistica,
o almeno la maggior parte di essi, adottano una dieta che prevede
l'utilizzo di prodotti di origine animale.
Per
questo motivo situiamo entrambe queste civiltà al livello più basso
della scala evolutiva alimentare. Anche se, ad onor del vero, il cibo
industriale consumato dalla maggior parte dei membri della società
capitalistica è qualitativamente peggiore rispetto a quello con cui si nutrono i
cacciatori-raccoglitori. Ma il criterio di valutazione adottato in
questa scala non prende in considerazione simili aspetti.
I
membri dell'Utopia Razionale, invece, hanno completamente escluso dalla loro dieta gli alimenti di origine animale, anche se non sono
ancora giunti ad uno stadio superiore. Ciò fa sì che essi si
collochino al terzo livello.
Spiritualità
Al
fine di definire una scala evolutiva relativa alla
spiritualità, non prenderemo in considerazione i culti e le credenze storicamente determinati, come si è
soliti fare, bensì il livello di coscienza conseguito.
La situazione peggiore è quella in cui, purtroppo, attualmente versa la
stragrande maggioranza dell'umanità: un completo stato
d'incoscienza, associato ad un sonno metafisico profondo, che riduce
l'essere umano ad un automa programmato dalla società per essere un
ingranaggio della società (livello 1).
Un
passo in avanti si compie non appena inizia il processo di risveglio
della coscienza e si consegue uno stato di coscienza parziale
(livello 2).
Continuando
su questa direzione si giunge a quella che potremmo definire come una
piena coscienza individuale. In questo stadio l'essere umano è
riuscito a de-programmarsi dai condizionamenti sociali ma ancora si
sente come una monade isolata dal tutto che lo circonda (livello 3).
Il
passo successivo consiste in un'ulteriore espansione della coscienza
che gli consente di risuonare con ciò che lo circonda, a cominciare
dai propri simili, per poi procedere con gli animali e la natura.
In questo modo egli avrà conseguito una coscienza collettiva
(livello 4).
Quando
l'incremento di consapevolezza raggiunge il suo livello più alto,
l'essere umano riesce a connettersi con la coscienza cosmica
universale.
Egli attinge direttamente alla fonte della saggezza, coglie intuitivamente il bene e la verità ed agisce in completa armonia: è questo il più elevato livello di evoluzione spirituale conseguibile da ogni essere umano (livello 5).
Egli attinge direttamente alla fonte della saggezza, coglie intuitivamente il bene e la verità ed agisce in completa armonia: è questo il più elevato livello di evoluzione spirituale conseguibile da ogni essere umano (livello 5).
Otteniamo
così la seguente scala evolutiva relativa alla spiritualità:
1)
incoscienza;
2)
coscienza parziale;
3)
piena coscienza individuale;
4)
coscienza collettiva;
5)
coscienza universale.
Tra
le tipologie di società che abbiamo preso in considerazione, quella
dei cacciatori-raccoglitori è sicuramente la civiltà con un livello
di spiritualità più elevato rispetto alle altre.
I
cacciatori-raccoglitori vivono a stretto contatto con la natura e si
sentono parte di un tutto.
Come testimoniato da alcuni loro comportamenti disarmonici, non hanno ancora raggiunto una completa connessione con la saggezza cosmica universale, ma di certo sono riusciti a conseguire una buona coscienza collettiva (livello 4).
Come testimoniato da alcuni loro comportamenti disarmonici, non hanno ancora raggiunto una completa connessione con la saggezza cosmica universale, ma di certo sono riusciti a conseguire una buona coscienza collettiva (livello 4).
Subito
dopo troviamo i membri dell'Utopia Razionale. Essi sanno che la
separazione è un'illusione, ma nel loro intimo si sentono ancora
separati dagli altri, pur cooperando in modo sinergico.
Per
questo motivo il livello spirituale che descrive al meglio la loro
reale condizione attuale è quello associato ad una piena coscienza
individuale (livello 3).
Sebbene
nella società capitalistica non manchino dei rari esempi di esseri
risvegliati, la stragrande maggioranza delle persone è profondamente
addormentata; una piccola percentuale d'individui ha conseguito una
coscienza parziale e una ancor più esigua minoranza è riuscita ad
ottenere una piena coscienza individuale.
Visti i quantitativi in ballo, fortemente sbilanciati verso l'incoscienza, non si può far altro che attestare che il livello spirituale della società capitalistica sia il più basso tra quelli riportati sulla scala.
Visti i quantitativi in ballo, fortemente sbilanciati verso l'incoscienza, non si può far altro che attestare che il livello spirituale della società capitalistica sia il più basso tra quelli riportati sulla scala.
Conclusioni
La
nostra analisi multifattoriale termina qui. Di seguito, riportiamo
una tabella comparativa riassuntiva che contiene i risultati
conseguiti dalle tre tipologie di civiltà prese in esame nel corso
della trattazione.
Nell'ultima
riga della tabella si può trovare il livello di evoluzione sociale
calcolato sulla base della Scala di Mariucci appena esposta.
Cacciatori-raccoglitori
|
Società
Capitalistica |
Utopia
Razionale
|
|
Energia
|
1
|
2
|
3
|
Economia
|
5
|
2
|
5
|
Lavoro
|
5
|
2
|
5
|
Governo
|
4
|
2
|
3
|
Violenza
|
2
|
1
|
4
|
Alimentazione
|
1
|
1
|
3
|
Spiritualità
|
4
|
1
|
3
|
Livello
di evoluzione
|
3,14
|
1,57
|
3,71
|
Il
livello di evoluzione sociale conseguito dalle tre tipologie di
civiltà calcolato sulla base della Scala di Mariucci è
rispettivamente pari a: 3,14 per i cacciatori raccoglitori; 1,57 per
l'odierna società capitalistica; 3,71 per l'Utopia Razionale.
Ciò prova che la transizione dall'odierna realtà sociale all'Utopia Razionale farebbe compiere all'umanità un grande balzo evolutivo.
Osserviamo
che, basandosi sulla Scala di Kardašëv, il livello di evoluzione
sociale delle suddette società vedrebbe al primo posto i membri
della società capitalistica, seguiti dai cittadini dell'Utopia
Razionale e, all'ultima posizione, la civiltà dei
cacciatori-raccoglitori.
I
cittadini dell'Utopia Razionale, infatti, in virtù dell'elevata
efficienza del loro sistema economico-produttivo, utilizzerebbero
soltanto una frazione dell'energia consumata nella
società capitalistica, ma ciò nonostante riuscirebbero a garantire
degli standard esistenziali in termini qualitativi decisamente più
elevati rispetto ai membri dell'odierna società.
Infatti, a differenza di quanto accade nella civiltà capitalistica, nell'Utopia Razionale gli individui sono liberi dalla schiavitù del lavoro e non conoscono né il ricatto dei debito, né la povertà, inoltre vivono all'interno di vere democrazie dirette di tipo partecipativo in una società con livelli d'inquinamento trascurabili.
Infatti, a differenza di quanto accade nella civiltà capitalistica, nell'Utopia Razionale gli individui sono liberi dalla schiavitù del lavoro e non conoscono né il ricatto dei debito, né la povertà, inoltre vivono all'interno di vere democrazie dirette di tipo partecipativo in una società con livelli d'inquinamento trascurabili.
Chiaramente,
i cacciatori-raccoglitori, non disponendo di alcuna tecnologia per
sfruttare le fonti energetiche comunemente impiegate nell'Utopia
Razionale e nella società capitalistica, non potrebbero far altro
che posizionarsi in fondo alla classifica indotta dalla Scala di
Kardašëv, venendo considerati come la civiltà meno evoluta tra quelle prese in esame.
Ma
se si analizzassero le condizioni di benessere psico-fisico
dei cacciatori-raccoglitori, se si saggiasse con mano la loro
incredibile serenità, se si assegnasse il giusto peso al fatto che
essi riescono a vivere in condizioni di grande armonia con
l'ambiente, e poi lo si comparasse con il malessere psico-fisico
sperimentato dalla quasi totalità dei membri delle cosiddette
società avanzate, se si tenesse in considerazione la miseria
esistenziale dei membri della società capitalistica, se si
calcolassero i disastri sociali ed ambientali provocati da
un'organizzazione sociale dedita al consumismo, che si fonda
sull'avidità, sulla competizione, sull'invidia e
l'insoddisfazione... non passerebbe molto tempo prima di concludere che, in
realtà, il livello di evoluzione sociale dei cacciatori-raccoglitori
sia decisamente più elevato rispetto a quello dei membri della
società capitalistica. Questo, in effetti, è ciò che emerge
adottando la Scala di Mariucci.
Osserviamo,
inoltre, che i cacciatori-raccoglitori potrebbero facilmente
incrementare il loro punteggio evolutivo, fino a superare quello
conseguito dai membri dell'Utopia Razionale, se solo mettessero in
pratica la filosofia della nonviolenza e adottassero un'alimentazione
a base di frutta e verdura. In tal caso, infatti, raggiungerebbero un
livello evolutivo calcolato sulla Scala di Mariucci pari a 3,86.
A
questo punto, però, sarebbe lecito porsi la seguente domanda: in
quale delle due tipologie di società gli esseri umani
sperimenterebbero un'esistenza migliore? In quella dei
cacciatori-raccoglitori “evoluti” o nell'Utopia Razionale?
A
giudicare dall'indice sintetico appena calcolato, l'ago della
bilancia penderebbe in favore dei cacciatori-raccoglitori, ma andando
ad analizzare le rispettive impronte sociali, tenendo in
considerazione tutti gli ambiti rispetto ai quali si è stabilita una
scala di evoluzione, ci si renderebbe immediatamente conto che i
membri dell'Utopia Razionale, pur manifestando un livello di
coscienza, un metodo di governo e una tipologia di alimentazione
leggermente inferiori rispetto ai cacciatori-raccoglitori, potrebbero
contare su di un livello tecnologico decisamente superiore, grazie al
quale riuscirebbero a risolvere con grande efficacia
problematiche di varia natura che invece risulterebbero
insormontabili per l'altra civiltà.
Di
conseguenza, si dovrebbe concludere che, in realtà, le migliori
condizioni di esistenza siano assicurate dall'Utopia Razionale.
Ciò
è ancor più vero, se si considera che il punteggio di evoluzione conseguito da quest'ultima organizzazione sociale potrebbe
tornare a superare quello dei cacciatori-raccoglitori “evoluti”,
conseguendo dei piccoli progressi nel modo di alimentarsi,
nel metodo di governo e nel livello di coscienza.
Se così fosse, infatti, i membri dell'Utopia Razionale potrebbero
conseguire un livello di evoluzione sociale calcolato sulla base
della Scala di Mariucci pari a 4,14; un livello che potrebbe
innalzarsi ulteriormente, se si riuscisse a padroneggiare la fusione
fredda (4,29). In tal caso, non vi sarebbe più alcun dubbio
su quale sia la migliore organizzazione sociale in cui
vivere.
Qui
di seguito, riportiamo una tabella comparativa riassuntiva che
contiene i risultati ottenuti in seguito ad un ulteriore evoluzione
sociale conseguita dalla civiltà dei cacciatori-raccoglitori e dai
membri dell'Utopia Razionale.
Cacciatori-raccoglitori
|
Utopia
Razionale
|
|
Energia
|
1
|
4
|
Economia
|
5
|
5
|
Lavoro
|
5
|
5
|
Governo
|
4
|
4
|
Violenza
|
4
|
4
|
Alimentazione
|
4
|
4
|
Spiritualità
|
4
|
4
|
Livello
di evoluzione
|
3,86
|
4,29
|
Criticità
Si
consideri, come caso limite, l'esempio ideale di due civiltà che
conseguono il medesimo punteggio evolutivo sintetico sulla Scala di
Mariucci, dove però, da un lato,
vi è una spietata dittatura il cui punteggio negativo è compensato
da un'alimentazione evolutivamente elevata, mentre, dall'altro, vi è
un'effettiva libertà ma un regime alimentare basato su prodotti di
origine animale. Tutti gli altri aspetti sociali sono identici in tutto e per tutto.
Che cosa ne deduciamo? Nonostante
si commettano indicibili ed ingiustificabili ingiustizie nei
confronti degli animali, è evidente che nella seconda tipologia di
civiltà le condizioni di esistenza per gli esseri umani risultino decisamente migliori. Ma ciò avverrebbe a parità di punteggio
sintetico!
Tutto
ciò a riprova del fatto che se si vuole seriamente comprendere il
livello di evoluzione sociale di una civiltà non si può fare
affidamento soltanto su di un singolo valore monodimensionale,
neanche nel caso in cui quest'ultimo scaturisca dalla sintesi di
un'analisi multidimensionale, ma bisogna necessariamente interpretare
l'impronta sociale multifattoriale delle civiltà prese in esame.
Senza una simile accortezza, si potrebbe reputare “superiore” rispetto ad un'altra, una civiltà che, invece, conducendo un'analisi più accorta, risulterebbe oggettivamente “inferiore”.
Qui
di seguito, riportiamo una tabella comparativa riassuntiva che
contiene una possibile situazione di ambiguità di giudizio che non
può essere risolta basandosi soltanto sull'indice sintetico
dell'evoluzione sociale calcolato con la Scala di Mariucci.
Società
con dittatura
|
Società
con
effettiva libertà |
|
Energia
|
3
|
3
|
Economia
|
3
|
3
|
Lavoro
|
3
|
3
|
Governo
|
1
|
4
|
Violenza
|
3
|
3
|
Alimentazione
|
4
|
1
|
Spiritualità
|
3
|
3
|
Livello
di evoluzione
|
2,86
|
2,86
|
Ovviamente
la Scala di Mariucci qui discussa può essere notevolmente migliorata
e non è esente da critiche di varia natura.
Ad esempio, qualora una civiltà dovesse
posizionarsi su dei livelli intermedi rispetto alle categorie
individuate, si potrebbe assegnare un punteggio non intero, così da
ottenere una valutazione più vicina alla realtà.
Nell'odierna società le fonti fossili
vanno per la maggiore, ma è pur sempre presente un certo contributo
dato dalle fonti rinnovabili. In tal caso, invece di assegnare un
punteggio evolutivo relativo all'energia pari a 2, sarebbe stato più
corretto stabilire un valore compreso tra 2 e 3, così da considerare questa tendenza.
Per
calcolare il valore sintetico che sancisce il livello di evoluzione
sociale è stata effettuata una media semplice. Nulla vieta di
utilizzare una media pesata, dando più importanza a certi aspetti e
meno ad altri. Ovviamente questa scelta andrebbe giustificata.
È del tutto evidente che la tipologia e la quantità di ambiti sociali presi in esame siano soggette ad una certa discrezionalità. La stessa critica potrebbe esser mossa in relazione alla determinazione della scala evolutiva associata a ciascuno di essi.
Si
potrebbe quindi pensare di migliorare la Scala di Mariucci ampliando
il numero di ambiti sociali presi in esame, in modo che essi siano
più equilibrati e rappresentativi dell'effettiva realtà delle cose rispetto a quanto non sia stato fatto all'interno di questo scritto.
E si potrebbero anche modificare le scale evolutive ad essi
associate, cercando di ottimizzarle.
In questo modo si riuscirebbe certamente ad ottenere una Scala di Mariucci in grado di descrivere in modo più accurato e maggiormente corrispondente alla realtà dell'effettivo livello evolutivo sociale raggiunto da una civiltà.
In questo modo si riuscirebbe certamente ad ottenere una Scala di Mariucci in grado di descrivere in modo più accurato e maggiormente corrispondente alla realtà dell'effettivo livello evolutivo sociale raggiunto da una civiltà.
Mirco Mariucci
Fonti:
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