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sabato 6 agosto 2016

Che cos'è la filosofia? Le risposte di Aristotele e di Bertrand Russell


Secondo Aristotele

Tratto dal saggio Il Sapere degli Antichi Greci, disponibile in formato cartaceo e digitale al seguente indirizzo, anche in download gratuito.


Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia. 

Mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio, i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. 

Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. 

Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica.

E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando c’era già pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. 

É evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.

La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile.

Non dobbiamo perciò preoccuparci se la filosofia non si dimostra utile o vantaggiosa perchè non affermiamo innanzi tutto che sia vantaggiosa, ma piuttosto che è buona, e che la si debba scegliere non per qualcos’altro, ma per se stessa.

La conoscenza e il pensiero filosofico costituiscono dunque il compito proprio dell'anima. 

Questa è la cosa più desiderabile per noi, paragonabile, io credo alla vista, che certamente si apprezzerebbe anche nel caso in cui grazie ad essa non si ottenesse altro risultato se non appunto e soltanto il vedere.

Il filosofo soltanto vive mirando costantemente alla natura ed al divino. Come il buon capitano di una nave, egli ormeggia la sua vita a ciò che è eterno e costante, là getta l'ancora e vive padrone di sè.

L'attività filosofica ha un grande vantaggio rispetto a tutte le altre; non si ha cioè bisogno di un particolare strumento, nè di una sede particolare per esercitarla, ma in qualunque punto della terra uno si ponga all'opera con il pensiero, dovunque gli sarà allo stesso modo possibile afferrare la verità, come se essa fosse presente. 

Così dunque è provato che è possibile dedicarsi alla filosofia, che essa è il maggiore di tutti i beni, e che è facile conseguirla. Per tutti questi motivi, vale la pena di coltivarla con passione.

Aristotele

Fonti: 
Opere varie. In particolare Metafisica e Protreptico, di Aristotele.


Secondo Bertrand Russell

Tratto dal saggio Il Sapere degli Antichi Greci, disponibile in formato cartaceo e digitale al seguente indirizzo, anche in download gratuito.


“Filosofia” è una parola che è stata usata in molti sensi, alcuni più ampi, altri più ristretti. Io propongo di usarla in un senso molto largo, che ora cercherò di spiegare.

La filosofia, nel senso in cui io intenderò la parola, è qualcosa di mezzo tra la teologia e la scienza.

Come la teologia, consiste in speculazioni riguardo alle quali non è stata finora possibile una conoscenza definita; come la scienza, si appella alla ragione umana piuttosto che alla autorità, sia quella della tradizione che quella della rivelazione; tutte le nozioni definite, direi, appartengono alla scienza; tutto il dogma, cioè quanto supera le nozioni definite, appartiene alla teologia. 

Ma tra la teologia e la scienza esiste una Terra di Nessuno, esposta agli attacchi di entrambe le parti; questa Terra di Nessuno è la filosofia. 

Quasi tutte le questioni di maggior interesse per le menti speculative sono tali che la scienza non può rispondervi, e le fiduciose risposte dei teologi non sembrano più tanto convincenti come nei secoli precedenti.

Il mondo è diviso in spirito e materia, e, se lo è, che cos’è spirito e che cos’è materia? Lo spirito è soggetto alla materia o è investito di poteri indipendenti?

 L’universo ha un’unità di scopi? Sta evolvendo verso qualche meta? Vi sono realmente leggi di natura, o noi crediamo in esse soltanto per il nostro innato amore dell’ordine? 

L’uomo è ciò che appare all’astronomo, una minuscola massa di carbone impuro e di acqua, che striscia impotente su un piccolo ed insignificante pianeta? Oppure è ciò che appare ad Amleto? Forse entrambe le cose insieme? 

Esiste un modo di vivere nobile ed un altro abbietto, o tutti i modi di vivere sono semplicemente futili? Se esiste un modo di vivere nobile, in che cosa consiste e come possiamo raggiungerlo? 

Il bene deve essere eterno per meritare che gli si dia un valore o val la pena di cercarlo anche se
l’universo cammina inesorabilmente verso la morte? Esiste qualcosa come la saggezza, o quella che sembra tale è soltanto l’ultimo perfezionamento della follia? 

A tali domande non si può trovare nessuna risposta in laboratorio. 

Le teologie hanno preteso di dare delle risposte, tutte troppo definitive, e la loro stessa definitezza fa sì che le menti moderne guardino ad esse con sospetto. Lo studio di questi problemi, se non la loro soluzione, è compito della filosofia.

La scienza ci dice ciò che possiamo sapere, ma ciò che possiamo sapere è poco, e se dimentichiamo quanto non possiamo sapere diventiamo insensibili a molte cose di grandissima importanza. 

La teologia, d’altra parte, porta alla fede dogmatica, che si sappia ciò che in realtà si ignora, generando così una sorta di insolenza nei riguardi dell’universo.

L’incertezza tra la speranza ed il timore è penosa, ma deve essere sopportata se desideriamo vivere senza ricorrere a favole belle e confortanti. 

Non è bene né dimenticare le domande che la filosofia pone né persuaderci di aver trovato incontrovertibili risposte. 

Insegnare a vivere senza la certezza e tuttavia senza essere paralizzati dall’esitazione è forse la funzione principale cui la filosofia può ancora assolvere, nel nostro tempo, per chi la studia.

Bertrand Russell 

Fonti:
Storia della Filosofia occidentale, di Bertrand Russell.

4 commenti:

  1. Sono filosofi coloro che riescono ad arrivare a ciò che rimane sempre invariabilmente costante, e non si perdono nella molteplicità del variabile. Platone

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  2. Non mettiamoci dentro, di nuovo, lo spirito.
    Non possiamo chiamare conoscenza le risposte che ci diamo senza trovare riferimenti stabili, che sono nella materia.
    Il nostro cervello è materia e tutta la sua attività dipende da questa. Una volta morti, tutto ciò che è stato elaborato dal cervello, sparisce.
    Continua a restare, invece, la materia.
    C'è troppa voglia di aire nel filosofo, occorre invece stare con i piedi a terra, vicino al nostro riferimento: le sue leggi.
    Non parliamo di religioni, Dio, salvezza, eternità.
    Noi siamo alla ricerca della verità e la verità è poca cosa.
    Ecco, dunque, tutta quest'ansia di inventare, di dare risposte, inventate: "Ora ti faccio vedere io cosa ti tiro fuori!"
    Facciamo pure delle ipotesi, senza crederci più di tanto, non partiamo per la tangente, altrimenti finiremo per predicare da un balcone, come Papa Francesco, che si nutre e nutre la gente delle sue balle, fumetti che escono dal suo cervello, avendo perso i contatti con la realtà, la materia.

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    1. quelli son ben collegati alla realtà e l'aureo caveau ne è la risposta..privilegi.

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    2. "Il nostro cervello è materia e tutta la sua attività dipende da questa. Una volta morti, tutto ciò che è stato elaborato dal cervello, sparisce."
      e come lo sai? sei mai stato morto?

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